Izvjesnost o tome da postoji život nakon smrti tijela, pomaže ljudima da zemaljsku patnju puno lakše podnose, jer oni tada zemaljski život smatraju samo kao pripremu za ulazak u blaženost, u stvarni život u duhovnom kraljevstvu. Njima zemaljski život ne predstavlja ono najviše tj. krajnji domet, i stoga oni niti ne pridaju nesrecama i patnji tako veliki znacaj, a isto tako zemaljska dobra i cari slabo cijene, pošto znaju da su oni prolazni. Život duše nakon smrti za njih je radosna misao, a i sama smrt gubi na užasu, pošto se oni nje ne plaše, nego je smatraju samo ulazom u duhovni život.
Stoga je onaj covjek koji na Zemlji živi u vjeri u nastavak života duše, u svakom smislu u prednosti u odnosu na onoga koji nijece besmrtnost duše. Potonji se trude zemaljski život iskoristiti u zemaljskom smislu, i teže samo tome da dugo i dobro žive na ovoj Zemlji, pošto smatraju da im je smrcu njihovog tijela došao kraj. No uvjerenu vjeru u daljnji život duše covjek može zadobiti jedino putem vlastitog promišljanja, ona mu ne može biti prenesena od strane drugih ljudi, covjek može jedino biti potaknut na razmišljanje, a on sam mora doci do zakljucka da Božja djela stvaranja moraju biti trajna, inace je Stvoritelj stvorio nepotpuno djelo.
No sve što covjek promatra, opet je jedno djelo stvaranja u savršenom obliku kao vec postojeca djela stvaranja, dakle na tome se može zamijetiti neprestani uspon [[ (dosl. uzlazna kretnja) ]], koji sa covjekom ne može prestati, nego se nastavlja u duhovnom kraljevstvu. No to covjeku ne može biti dokazano, ako ne uvaži kao dokaz svoj osjecaj koji rad[[ (osn) ]]ije prihvaca pomisao o daljnjem životu nakon smrti nego pomisao na potpuni kraj sa završetkom zemaljskog života....
Dakle covjek mora vjerovati ono što mu ne može biti dokazano.... i pored toga može u to imati unutarnje uvjerenje, koje cini da tad bez dvojbe živi savjesno. Jer covjek sa vjerom u daljnji život nakon smrti skroz ce drugacije urediti svoj zemaljski život nego covjek bez vjere u to, pošto za svrhu zemaljskog života smatra duševni uspon, pošto za cilj priznaje stanje duševne zrelosti, što je i preduvjet za blaženi život nakon smrti. On dakle više obraca pažnju na dušu, dok se covjek bez te vjere samo trudi održati tjelesni život i teži jedino zemaljskim ciljevima. Njega dotice sve što se tice tijela, bilo to radost ili tuga, jer on za to ne pronalazi ravnotežu u svom duševnom životu .
On je doduše osjecajno i misaono isto tako u sferama koje se nalaze izvan zemaljskoga, no nije svjestan toga da je to potraga duše, kojoj sami zemaljski ciljevi nisu dovoljni. No uvijek ce želje tijela prevladavati i vracati dušu iz tih sfera, a i uspijevati ce mu, sve dok se vjera u nastavatk života u njemu ne probudi i ona onda željama tijela pruži otpor. Muka nadolazeceg doba ce biti stoga puno podnošljivija za ljude koji cvrsto vjeruju u besmrtnost, dok ce ove druge hvatati ocajanje, pošto ce smatrati da im je došao kraj njihovog vremena i spoznaja toga u njima pobuduje paralizirajuci užas.
Jer vjera ce uvijek biti izvor utjehe i snage, vjera nikada nece deprimirati, nego dizati, vjera nece biti slabost volje, nego jakost volje i takoder ce prouzrociti snažnu volju. Volja nije ništa ljudsko, nego nešto Božansko, pa i pored toga što nevjernik pokušava to omalovažiti.... Njemu nedostaje snaga, koja struji iz jake vjere. I stoga bi se prije svega trebalo boriti i zauzimati oko ove vjere, jer jednom kad se covjek smatra besmrtnim, on onda i radi na spasenju duše, i ne zadovoljava se uspjesima zemaljskog života.
No u neprolaznost njegove duše ga je moguce uvjeriti tek onda kad se aktivira u nesebicnoj Ljubavi.... inace prevladava samoljublje koje ce vjeru u daljnji život nakon smrti uvjek odbijati, jer je duša svjesna svog nedostatnog stanja i stoga se prije boji eventualnog daljnjeg života. I stoga uvijek i uvijek iznova treba biti prvo propovijedana Ljubav, kako bi se razmišljanje covjeka preobrazilo, tako da se onda približi ispravnoj vjeri, kako bi zemaljski život naucio prepoznati kao prolaznu stanicu i kako bi svjesno težio savršenstvu, da bi u onostrani život zakoracio u stanju koje bi mu osiguralo vjecni život.
AMEN
TranslatorLa certezza che esista una Vita dopo la morte del corpo, fa sopportare agli uomini molto più facilmente la sofferenza terrena, perché allora considerano la vita terrena solo come un pre-gradino alla Beatitudine, alla vera Vita nel Regno spirituale. Per loro la vita terrena non significa la cosa più alta e perciò non attribuiscono nemmeno un gran valore alle avversità ed alla sofferenza, come però badano poco anche ai beni terreni ed alle gioie del mondo, perché sanno che questi sono perituri. La Vita dell’anima dopo la morte è per loro un pensiero che rende felice ed anche la morte stessa perde il suo spavento, dato che non la temono.
Perciò un uomo che cammina sulla Terra nella fede della continuità della Vita dell’anima, è in ogni rapporto in vantaggio verso coloro che rinnegano la continuità della Vita dell’anima. Questi ultimi cercano di valutare fino in fondo la vita terrena nel senso terreno e tendono solamente di vivere a lungo e bene su questa Terra, dato che con la morte del loro corpo si considerano scomparsi. Ma l’uomo può conquistare la fede convinta in una continuità della vita dell’anima solo attraverso la propria riflessione, non può essergli trasmesso da prossimi, ma l’uomo può essere solo stimolato al pensare e lui stesso deve giungere ad una conclusione che le Creazioni di Dio devono essere di sussistenza, altrimenti il Creatore avrebbe fornito un’Opera imperfetta. Ma tutto ciò che l’uomo osserva è di nuovo un’Opera di Creazione nella forma completata come Opere di Creazione già esistenti, quindi in ciò si constata un costante sviluppo verso l’Alto che comprensibilmente non può cessare con l’uomo, ma continua nel Regno spirituale. Ma questo non può essere dimostrato all’uomo, se non lascia valere la propria percezione come dimostrazione che afferma più gioioso il pensiero ad una continuità della vita dopo la morte anziché il pensiero di una totale fine con la conclusione della vita terrena.
Quindi l’uomo deve credere ciò che non gli può essere dimostrato e ne può avere comunque una convinzione interiore che ora lo fa anche vivere senza dubbio. Perché un uomo con la fede nella continuità della vita dopo la morte predisporrà la sua vita terrena del tutto diversamente di come un uomo senza questa fede, perché vede come scopo della vita terrena uno sviluppo animico verso l’Alto, perché come meta riconosce uno stato animico di maturità che è premessa per una Vita beata dopo la morte. Ora considera di più la sua anima, mentre l’uomo senza questa fede cerca ora soltanto di conservare la vita corporea e persegue solo delle mete terrene. E’ toccato da tutto ciò che riguarda il corpo, sia gioia o sofferenza, perché non trova il pareggio per la vita della sua anima. Sentimentalmente e mentalmente si trova comunque anche nelle sfere che si trovano al di fuori del terreno, ma non si rende conto che questa è una ricerca dell’anima alla quale non sono sufficienti soltanto le mete terrene. Ma il desiderio del corpo avrà sempre il sopravvento e gli riuscirà anche di riportare l’anima da queste sfere finché in lei non è ancora risvegliato il pensiero in una continuità della vita e poi presta resistenza al corpo.
La miseria del tempo in arrivo sarà perciò molto più sopportabile per gli uomini che credono fermamente in una continuità della vita, mentre degli altri s’impossesserà una disperazione, perché considerano arrivata la loro fine temporale ed il sapere di ciò fa scaturire in loro un terrore paralizzante. Perché la fede sarà sempre una donatrice di conforto e Forza, la fede non schiaccerà mai, ma solleverà, la fede non sarà nessuna debolezza della volontà, ma una forza della stessa e pure così genererà una forte volontà. La fede non è nulla di umano, ma qualcosa di divino, benché il miscredente cerchi di sorriderne con disprezzo. A lui manca la Forza che defluisce dalla forte fede. E perciò si deve dapprima lottare per questa fede, perché appena l’uomo si crede immortale, lavora anche alla salvezza della sua anima e non si accontenta con i successi della vita terrena.
L’imperiturità della sua anima gli può però essere resa credibile solamente quando si attiva nell’amore disinteressato, altrimenti è maggiore l’amore dell’io e questo respingerà sempre la fede in una continuità della vita dopo la morte, perché l’anima si rende conto del suo stato imperfetto e perciò teme piuttosto una continuità della vita. E perciò deve sempre e sempre di nuovo essere predicato per primo l’amore, affinché cambi il pensare dell’uomo ed ora segua la vera fede, affinché impari a considerare la vita terrena solo come stazione transitoria e tenda coscientemente alla perfezione, per poter entrare nella Vita dell’aldilà in uno stato che gli assicura la Vita eterna.
Amen
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