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La Promessa della Vita – La morte, l’assenza di Forza

Nessuno al quale Io non ho dato la vita può vivere, ma può esistere e trovarsi nello stato di morte, perché essere morti non significa di essere completamente scomparso, ma esistere nella totale impotenza e sapere comunque della propria esistenza. Ma la vera Vita è di poter agire nella Luce e Forza ed essere beato ed usare la Forza nella stessa volontà con Me. E soltanto Io posso dare all’essere questa vera Vita attraverso l’apporto di Luce e Forza, quindi un apporto della Corrente di Vita che è illimitata. Questo apporto di Forza però dipende dall’essere stesso, perché è necessaria una certa ricettività e volontarietà, perché la Mia Forza non venga guidata ad un essere contro la sua volontà e perché anche la formazione dell’essere dev’essere in modo che la Corrente di Forza trovi un adeguato vaso, perché altrimenti l’essere sarebbe costretto ad essere attivo e così non potrebbe essere beato. Ma senza la Forza l’essere è in uno stato di irrigidimento, nello stato della morte, nella totale immobilità, e malgrado ciò sente il suo stato come tormento, perché ha già conosciuto lo stato di libertà e quindi è retrocesso invece di progredire, com’era la sua destinazione.

Ma Io non ho dato la morte all’essere, ma la Vita. L’essere stesso però tende liberamente via da Me come il Donatore di Vita, verso la morte, cioè si è ribellato contro la corrente della Mia Forza d’Amore ed è caduto in uno stato d’inerzia, senza sapere che questo significa eterno tormento ed oscurità. L’essere stesso deve di nuovo desiderare ciò che una volta ha disprezzato, con la libera volontà deve di nuovo richiedere la Mia Forza, che una volta ha rifiutato, e questo compito lo deve adempiere come uomo nella vita terrena, di conquistare la Mia Forza d’Amore e formare sé stesso così, che ora venga di nuovo rivivificato dalla Mia Forza ed ora può essere attivo e beato, quindi “vive” e non perde mai più in eterno la sua Vita. Ogni essere vivrà dalla Mia Forza d’Amore che ne è compenetrato, ed ogni essere è morto, al quale manca questa Forza d’Amore. Ma la morte non significa mai più un essere cancellato, uno stato della dimenticanza, l’assenza di percezione oppure calma. E’ piuttosto uno stato di inimmaginabile tormento, che può essere sospeso solamente attraverso l’apporto di Forza, che vivifica di nuovo ciò che è morto e gli dà la facoltà per essere attivo.

Ma voi dovete vivere in eterno. Così è la Mia Promessa. Quindi, Io vi posso dare la Vita, e lo voglio anche fare, appena vi aprite soltanto alla Corrente della Mia Forza d’Amore, appena non vi difendete più contro questa, come lo avete fatto una volta. Ma non vi posso costringere all’accettazione della Mia Forza d’Amore. E perciò innumerevoli esseri sono morti, perché loro stessi non desiderano la Vita, perché loro stessi non fanno nulla oppure non hanno fatto niente per procurarsi la Forza per conquistarsi la Vita eterna. E perciò tutti questi esseri sono in grande miseria, nell’oscurità più profonda, mentre potrebbero comunque vivere nella Luce, nella Forza e nella Magnificenza. Ma finché Mi disdegnano, non posso guidare a loro la Forza, posso sempre soltanto tendere loro le Mie Mani in Aiuto, affinché le afferrino e si lascino vivificare da Me. Perciò il Mio Amore sarà inarrestabilmente attivo agendo su questi esseri, ed al Mio Amore riuscirà anche sempre un’Opera di Salvezza; ma possono passare tempi eterni per gli esseri, finché loro stessi non sentano nostalgia per Luce e Forza, finché non vorranno sfuggire allo stato di morte e che possano essere risvegliati alla Vita, che poi non perderanno mai più in eterno.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Verheißung des Lebens.... Tod.... Kraftlosigkeit....

Keiner kann leben, dem Ich nicht das Leben gebe, doch er kann sein und sich im Zustand des Todes befinden.... Denn tot sein bedeutet nicht, völlig vergangen zu sein, sondern zu bestehen in völliger Ohnmacht und doch zu wissen von der eigenen Existenz. Das rechte Leben aber ist, in Licht und Kraft wirken zu können und selig zu sein und im gleichen Willen mit Mir seine Kraft zu gebrauchen. Und dieses rechte Leben kann nur Ich dem Wesen geben durch Zufuhr von Licht und Kraft, also Zufuhr des Lebensstromes, der unbegrenzt ist. Diese Kraftzufuhr aber ist abhängig von dem Wesen selbst, weil eine gewisse Empfangsfähigkeit und Willigkeit dazu gehört, weil Meine Kraft keinem Wesen wider dessen Willen zugeführt wird und weil auch die Gestaltung des Wesens so sein muß, daß der Kraftstrom ein geeignetes Gefäß findet, weil sonst das Wesen gezwungen würde zum Tätigsein und dann nicht selig sein könnte. Ohne Kraft aber ist das Wesen in einem Erstarrungszustand, im Zustand des Todes, in völliger Regungslosigkeit, und doch fühlt es seinen Zustand als Qual, weil es schon den Zustand der Freiheit gekannt hat und also zurückgegangen ist, anstatt vorwärts, wie es seine Bestimmung war. Doch den Tod habe Ich nicht dem Wesen gegeben, sondern das Leben.... Das Wesen selbst aber strebt freiwillig von Mir als dem Lebensspender ab und dem Tode zu, d.h., es wehrte sich gegen Meinen Liebekraftstrom und fiel in einen Zustand der Kraftlosigkeit, ohne zu wissen, daß dieser ewige Qual und Finsternis bedeutet. Es muß das Wesen selbst danach wieder verlangen, was es einst verschmäht hat, es muß aus freiem Willen Meine Kraft wieder anfordern, die es einst ablehnte, und diese Aufgabe muß es als Mensch im Erdenleben erfüllen.... Meine Liebekraft zu erwerben und sich selbst so zu gestalten, daß diese Meine Liebekraft einströmen kann in das Wesen, so daß es nun wieder belebt wird von Meiner Kraft und nun tätig sein kann und glückselig ist, daß es also "lebt" und sein Leben ewig nicht mehr verliert. Jedes Wesen wird also leben, das von Meiner Liebekraft durchflutet ist, und jedes Wesen ist tot, dem diese Liebekraft fehlt. Nimmermehr aber bedeutet Tod ein Ausgelöscht sein, einen Zustand des Vergessens, der Empfindungslosigkeit oder der Ruhe.... Es ist vielmehr ein unvorstellbarer Qualzustand, der nur behoben werden kann durch Kraftzufuhr, die das Tote wieder belebt und ihm die Fähigkeit gibt zu einer Tätigkeit....

Ihr aber sollt leben ewiglich.... So lautete Meine Verheißung, Ich also kann euch das Leben geben, und Ich will es euch geben, sowie ihr euch nur öffnet für Meinen Liebekraftstrom, sowie ihr euch nicht mehr dagegen wehret, wie ihr es einstens getan habt. Ich kann euch aber nicht zwingen zur Annahme Meiner Liebekraft.... Und darum sind unzählige Wesen tot, weil sie selbst nicht nach dem Leben verlangen, weil sie selbst nichts tun oder getan haben, um sich Kraft zu verschaffen, um das ewige Leben zu erwerben. Und darum sind alle diese Wesen in großer Not, in tiefster Finsternis, wo sie doch leben könnten in Licht und Kraft und Herrlichkeit.... Doch solange sie Mich verschmähen, kann Ich ihnen nicht die Kraft zuleiten, Ich kann ihnen nur immer wieder Meine helfende Hand entgegenstrecken, daß sie diese ergreifen und sich nun beleben lassen von Mir.... Darum wird Meine Liebe unablässig tätig sein, auf diese Wesen einzuwirken, und es wird auch Meiner Liebe immer ein Rettungswerk gelingen; doch ewige Zeiten können vergehen für die Wesen, bis sie selbst sich nach Licht und Kraft sehnen, bis sie dem Zustand des Todes entfliehen möchten und nun erweckt werden können zum Leben.... das sie dann aber ewig nicht mehr verlieren.

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde