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Portare la croce in pazienza e rassegnazione

All’uomo si dischiudono illimitate possibilità per quanto sia pronto a formarsi secondo la Volontà di Dio, per quanto egli lavori quindi consapevolmente sulla sua anima. Sin da dal momento della conoscenza che il suo scopo terreno è la formazione verso l’Alto della sua anima, il suo decorso terreno è una infinita serie di occasioni, dove può raggiungere questa maturità spirituale attraverso l’auto superamento ed attivo amore per il prossimo. E quindi la sua vita terrena porterà sin da quell’ora delle prove, nelle quali deve affermarsi. Non passerà nemmeno più a lui senza lotta, ma proprio nella lotta la sua volontà viene fortificata ferreamente e la Forza aumenterà. Quindi la vita gli sembrerà che sia fatta di resistenze e miserie, piuttosto che si potesse dare indisturbato alle gioie della vita. Questi sono i primi scogli, sulle quali la sua piccola barca di vita non deve sfracellarsi; la deve guidare con mano sicura e nella credente fiducia in Dio intorno a tutti gli scogli, soltanto allora si afferma e sfrutta le opportunità per lo sviluppo spirituale verso l’Alto. Gesù Cristo Stesso lo ha dato come compito agli uomini con le Parole: “Chi Mi vuole seguire, deve prendere volontariamente su di sé la sua croce.” Egli non dice, che Egli vuole togliere loro la sua croce, che Egli lo voglia sgravare; Egli al contrario annuncia loro, che la successione a Gesù consiste nel fatto di sopportare la croce che Egli carica sugli uomini. L’indicibile sofferenza che Gesù Cristo ha preso su di Sé, era l’Espiazione per la grande colpa di peccati dell’umanità. Egli ha portato la Sua Croce senza mormorio e senza lamento. Ciò che Egli ha sopportato per l’umanità, ha quindi estinta la sua colpa. Chi vuole seguire Gesù, deve contemporaneamente espirare per l’umanità peccaminosa, cioè portare la sofferenza, che l’umanità ha caricato su di sé a causa del peccato. L’amore per il prossimo deve ora muovere l’uomo, di portare la sofferenza per il suo peccato, cioè, diminuire la colpa di peccati tramite la sofferenza e così essere attivo in modo salvifico sulla Terra. E l’uomo amorevole sarà anche sempre pronto perché la sua anima sa della situazione schiavizzante di coloro che sono impigliati nella grande colpa di peccati e vorrebbe aiutarli. E perciò ogni uomo che sta nell’amore non si ribellerà contro la Volontà divina, se Questa gli carica una croce ed ora la sua vita terrena non scorre più nella calma pace. Egli sa che per lo sviluppo verso l’Alto dell’anima non sarebbe adeguata un’esistenza senza lotta, e quindi non si ribella nemmeno, anche se le sembra insopportabile la croce. E perciò l’uomo non deve essere scoraggiato, se la sua vita sembra apparentemente più difficile che quella del prossimo, ma Dio non mette sull’uomo una grave sorte più pesante di quella che può portare, ed è la Forza da Dio che gli fa portare più facilmente questa croce. E’ l’apporto di Forza che l’uomo deve richiedere coscientemente nella preghiera, che però deve appunto essere richiesta. Ma allora ogni croce, per quanto possa sembrare pesante, non è più un grave peso come prima. Prendere su di sé la Croce di Cristo significa però adeguarsi a tutto senza mormorare e senza contraddire ciò che Dio invia sull’uomo. Perché la più piccola resistenza sospende la Forza divina, e l’uomo deve lottare molto, affinché possa rimanere vincitore nella lotta della vita ed essere attivo in modo salvifico già sulla Terra. Egli deve però sempre riconoscere l’Amore di Dio in ogni sofferenza, nella croce che gli è caricata, che vorrebbe far giungere l’uomo al perfezionamento spirituale e che è la via più veloce e più sicura, di prendere su di sé la croce in tutta la pazienza e rassegnazione nella Volontà di Dio e di seguire il divino Signore e Salvatore.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Kreuztragung in Geduld und Ergebung....

Unbegrenzte Möglichkeiten erschließen sich dem Menschen, sofern er bereit ist, sich zu gestalten dem Willen Gottes gemäß, sofern er also bewußt arbeitet an seiner Seele. Von der Stunde des Erkennens an, daß sein Erdenzweck die Höherbildung seiner Seele ist, ist sein Erdenlauf eine endlose Reihe von Gelegenheiten, wo er durch Selbstüberwindung und tätige Nächstenliebe diese geistige Reife erlangen kann. Und also wird sein Erdenleben von Stund an Prüfungen bringen, in denen er sich bewähren soll.... Es wird auch nicht mehr kampflos an ihm vorübergehen, sondern gerade im Kampf wird sein Wille gestählt und seine Kraft vermehrt werden. Also wird viel eher das Leben ihm aus Widerständen und Nöten bestehend erscheinen, als daß er sich ungetrübter Lebensfreude hingeben könnte. Es sind dies die ersten Klippen, an denen sein Lebensschifflein nicht zerschellen darf; er muß es mit sicherer Hand und im gläubigen Vertrauen auf Gott um alle Klippen geleiten, dann erst bewährt er sich und nützet die Möglichkeiten zur geistigen Höherentwicklung. Jesus Christus hat es Selbst den Menschen zur Aufgabe gemacht mit den Worten: Wer Mir nachfolgen will, der muß willig sein Kreuz auf sich nehmen.... Er sagt nicht, daß Er ihm sein Kreuz nehmen will, das Er sie entlasten will; Er kündet ihnen im Gegenteil an, daß die Nachfolge Jesu darin besteht, das Kreuz zu ertragen, daß Er den Menschen auferlegt. Das unsägliche Leid, das Jesus Christus auf Sich nahm, war die Sühne für die große Sündenschuld der Menschheit. Er trug Sein Kreuz ohne Murren und Klagen. Was Er für die Menschheit erduldete, tilgte also gleichsam deren Schuld. Wer Jesus nachfolgen will, muß also gleichfalls für die sündige Menschheit büßen, d.h. Leid tragen, das die Menschheit durch die Sünde auf sich geladen hat. Die Liebe zum Mitmenschen soll nun den Menschen bewegen, für dessen Sünde Leid zu tragen, d.h., durch Leid die Sündenschuld verringern und dadurch erlösend tätig zu sein auf Erden. Und es wird der liebende Mensch auch stets bereit sein dazu, denn seine Seele weiß um die geknechtete Lage derer, die in großer Sündenschuld verstrickt sind, und möchte ihnen helfen. Und daher wird jeder in der Liebe stehende Mensch sich nicht auflehnen gegen den göttlichen Willen, so dieser ihm ein Kreuz auferlegt und sein Erdenleben nun nicht mehr in stiller Friedlichkeit dahingeht. Er weiß es, daß zur Höherentwicklung der Seele ein kampfloses Dasein nicht tauglich wäre, und also lehnt er sich auch nicht auf, und ob ihm gleich das Kreuz untragbar erscheint. Und darum soll der Mensch nicht verzagt sein, so sein Leben anscheinend schwerer ist als das des Mitmenschen, jedoch es legt Gott dem Menschen kein schwereres Los auf, als dieser ertragen kann, und es ist die Kraft aus Gott, die ihm dieses Kreuz leichter werden läßt.... Es ist die Kraftzufuhr, die der Mensch bewußt erbeten kann, die aber eben auch erbeten werden muß.... Dann aber ist jedes noch so schwer scheinende Kreuz keine so schwere Last mehr als zuvor. Das Kreuz Christi auf sich nehmen heißt aber ohne Murren und Widerrede sich in alles fügen, was Gott über den Menschen schickt. Denn der kleinste Widerstand hebt das Wirken der göttlichen Kraft auf, und es muß der Mensch schwer ringen, auf daß er in dem Lebenskampf Sieger bleiben und schon auf Erden erlösend tätig sein kann.... Er muß nur immer in allem Leid, in dem Kreuz, das ihm auferlegt ist, die Liebe Gottes erkennen, die den Menschen zur geistigen Vollkommenheit gelangen lassen möchte und der schnellste und sicherste Weg ist, in aller Geduld und Ergebung in Gottes Willen das Kreuz auf sich zu nehmen und dem göttlichen Herrn und Heiland nachzufolgen....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde