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Servitori chiamati da Dio nella Vigna

Chi si decide di lavorare per il Regno di Dio, ha svolto il ritorno a Dio, benché non deve aver necessariamente raggiunto la perfezione più alta che può essere raggiunta sulla Terra. Ma ha intrapresa la via del ritorno a Dio e Gli ha anche offerta la sua volontà per la collaborazione ed in tutta l’umiltà sé stesso. Ed ora Dio non lo lascerà più in eterno. Ma è premessa una seria volontà d’azione. Lavorare per il Regno di Dio richiede una tale seria volontà per la collaborazione nella Vigna del Signore, richiede un grado di conoscenza in quale miseria spirituale si trova l’umanità, e questo grado di conoscenza è l’effetto di una vita d’amore, senza la quale un uomo non si offre mai seriamente per il lavoro nella Vigna. Ma si possono dichiarare disposti degli uomini per motivi egoistici, che sono anche disposti di servire Dio, ma ai quali manca ancora la giusta conoscenza di che cosa Dio esige per un tale servizio. Questi sono i servitori che chiamano sé stessi per via della “vocazione”, che non sono ancora abbastanza vivi per riconoscere, quale lavora aspetta un vero collaboratore di Dio e quali premesse devono essere presenti, per poter adempiere le Esigenze di Dio. La miseria spirituale dei prossimi non deve far pensare un vero servitore di Dio ai propri bisogni, perché appena lui stesso è già nella Luce della conoscenza, costui sà anche che tutti i suoi bisogni e preoccupazioni giacciono nelle Mani di Colui, il Quale è disposto a servire, che Egli provvede ai Suoi servi come un buon Padre di Casa. E perciò può impiegare tutta la sua preoccupazione e forza solo per la miseria dei prossimi ed aiutarli a giungere alla Luce. Ed allora eseguirà questo suo lavoro da Vigna con tutto il fervore ed avrà anche successo, cosa che però non è il caso presso coloro che pensano troppo alle proprie miserie e non hanno ancora nessun vero legame con Colui, Che provvede ai figli Suoi come un Padre. Lui Stesso ha detto: “Cercate dapprima il Regno di Dio e la Sua Giustizia, e tutto il resto vi viene dato in sovrappiù.... “ Un vero operai della Vigna non avrà nemmeno più grandi legami con il mondo, il contenuto della sua vita sarà soltanto la disposizione spirituale dei suoi prossimi, cioè vedrà il suo compito nel dare la Luce a coloro che sono ancora di spirito oscurato, lui stesso come operaio della Vigna si sentirà obbligato ad essere costantemente attivo per il suo Signore, avrà chiuso con il mondo terreno per così dire e vivrà solo ancora per Dio ed il Suo Regno, benché il mondo terreno gli porrà ancora delle pretese alle quali non si può sottrarre. Sarà fervente nella sua attività per il motivo che sente chiamato da Dio Stesso, benché si sia offerto a Lui al servizio nella libera volontà. Una tale vocazione la sentirà sempre soltanto l’uomo che ha stabilito con l’Eterno Amore il legame attraverso l’agire nell’amore e perciò ha anche sentito la Sua “Chiamata” e Le si è piegato. Ora poteva essere accesa in lui la Luce della conoscenza, ed ora ha anche riconosciuto il suo compito, nel quale consisteva il suo “servizio per il Signore”. Ed ora cerca di eseguire questo compito con tutto il fervore, ora opera vivamente fra i suoi prossimi come un collaboratore, come un fedele servo, che esegue sempre soltanto la Volontà del suo Signore e perciò il suo lavoro sarà benedetto.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Von Gott berufene Diener im Weinberg....

Wer sich entschließet, für das Reich Gottes zu arbeiten, der hat die Rückkehr zu Gott vollzogen, wenngleich er noch nicht die höchste Vollendung erreicht zu haben braucht, die er auf Erden erreichen kann.... Aber er hat den Rückweg zu Gott angetreten und Ihm auch seinen Willen zur Mitarbeit und in aller Demut sich selbst angetragen.... Und Gott wird ihn nun ewiglich nicht mehr auslassen.... Voraussetzung aber ist ein ernster Tatwille.... Für das Reich Gottes zu arbeiten bedingt einen solchen ernsten Willen zur Mitarbeit im Weinberg des Herrn, es bedingt einen Grad der Erkenntnis, in welcher geistigen Not sich die Menschheit befindet, und dieser Erkenntnisgrad ist die Auswirkung eines Liebelebens, ohne das sich niemals ernstlich ein Mensch zur Weinbergsarbeit anträgt. Doch es können sich Menschen bereit erklären aus selbstischen Gründen, daß sie also auch bereit sind, Gott zu dienen, denen aber noch die rechte Erkenntnis mangelt, was Gott für einen solchen Dienst verlangt. Es sind dies die Diener, die sich selbst berufen um des "Berufes" willen.... die noch nicht lebendig genug sind, um zu erkennen, welche Arbeit einen rechten Mitarbeiter Gottes erwartet und welche Voraussetzungen vorhanden sein müssen, um die Anforderungen Gottes erfüllen zu können. Die geistige Not der Mitmenschen darf einen rechten Diener Gottes gar nicht der eigenen Bedürfnisse denken lassen, denn sowie er selbst schon im Licht der Erkenntnis steht, weiß er auch, daß alle seine Bedürfnisse und Sorgen in den Händen Dessen liegen, Dem zu dienen er bereit ist.... daß Er sorgt für Seine Knechte wie ein guter Hausvater.... Und darum kann er alle seine Sorge und Kraft nur auf die Not der Mitmenschen verwenden und ihnen verhelfen, zum Licht zu kommen.... Und dann wird er diese seine Weinbergsarbeit mit allem Eifer ausführen und auch Erfolge zeitigen, was aber nicht der Fall ist bei denen, die der eigenen Nöte zu viel gedenken und noch keine rechte Bindung haben mit Dem, Der sorget wie ein Vater für Seine Kinder, Der Selbst gesagt hat: "Suchet zuerst das Reich Gottes und Seine Gerechtigkeit.... alles andere wird euch hinzugegeben werden...." Es wird ein rechter Weinbergsarbeiter darum auch keine große Weltbindung mehr haben, es wird nur die geistige Verfassung seiner Mitmenschen sein Lebensinhalt sein, d.h., er wird seine Aufgabe darin sehen, Licht zu bringen denen, die noch verfinsterten Geistes sind.... er wird sich selbst als Weinbergsarbeiter verpflichtet fühlen, ständig tätig zu sein für seinen Herrn, er wird gleichsam mit der irdischen Welt abgeschlossen haben und nur noch leben für Gott und Sein Reich.... wenngleich auch die irdische Welt noch Anforderungen stellt an Ihn, denen er sich nicht entziehen kann. Er wird deshalb so eifrig sein in seiner Tätigkeit, weil er sich berufen fühlt von Gott Selbst, wenngleich er in freiem Willen sich Ihm zum Dienst anbot. Eine solche Berufung wird immer nur der Mensch fühlen, der durch Liebewirken die Bindung herstellte mit der Ewigen Liebe und dadurch also auch Ihren "Ruf" vernahm und sich ihm beugte. Nun konnte in ihm das Licht der Erkenntnis entzündet werden, und nun erkannte er auch seine Aufgabe, in der sein "Dienst für den Herrn" bestand.... Und dieser Aufgabe sucht er nun nachzukommen mit allem Eifer, und er wirket nun lebendig unter seinen Mitmenschen als ein Mitarbeiter, als ein treuer Knecht, der immer nur den Willen seines Herrn ausführt und dessen Arbeit darum gesegnet sein wird....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde