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Nessuno che adula il mondo, conquista il Regno dei Cieli

Pagare al mondo il tributo significa, giocarsi il Regno dei Cielo, perché l’uomo non può acquisire ambedue insieme. E chi adula il mondo, non si sforza nemmeno di raggiungere il Regno dei Cieli, perché per lui esiste soltanto il mondo terreno con i suoi fascini, e non crede in un Regno al di fuori di questo. Ciononostante la via verso il Regno dei Cieli dev’essere percorsa attraverso questo mondo terreno, non può essere escluso, perché l’uomo vive in questo mondo, deve percorrere l’ultimo stadio del suo sviluppo sulla Terra, in mezzo al regno che appartiene all’avversario di Dio. Ma può superare questo regno, può passare attraverso questo mondo terreno, senza lasciarsi impressionare straordinariamente da lui, senza desiderarlo con i suoi sensi, può viverlo fino in fondo ed essere comunque il suo padrone. E questo è il vostro compito, superare il mondo, perché vi è stato aggiunto a questo scopo, che la vostra anima vi maturi, che si stacchi nella libera volontà da tutto ciò che appartiene al mondo, perché questo distacco è anche contemporaneamente uno staccarsi da colui che è il signore di questo mondo ed un rivolgersi al Regno spirituale ed al suo Signore.

Così è comprensibile che colui che si rende schiavo del mondo, non può mai e poi mai prendere in possesso il Regno spirituale, né nella vita terrena né dopo la morte dell’uomo, è comprensibile che il signore del mondo lo tenga legato, perché l’uomo stesso gliene dà il diritto, perché l’uomo stesso deve tendere e compiere il distacco dal suo potere, il distacco dal mondo materiale. Deve condurre una lotta con sé stesso, deve poter rinunciare, per conquistare qualcosa di più prezioso; nel breve tempo della vita terrena deve resistere a tutte le tentazioni, per poter poi prendere in possesso il Regno spirituale con tutte le sue Magnificenze, che lo risarciscono mille volte per la sua rinuncia sulla Terra. Lo farà solamente, quando riconosce l’inutilità e l’incostanza di tutto ciò che gli sembra desiderabile sulla Terra. Solo questa conoscenza gli dà la Forza di orientare bene la sua volontà e può acquisire questa conoscenza solamente, se riflette sul mondo materiale, perché non può essere costretto ad un cambiamento della volontà, può essere stimolato ad osservazioni interiori solamente da vicissitudini, ma con quale successo, lo decide lui stesso. Dio lo può aiutare solamente in quanto dimostra sempre di nuovo la caducità di ciò che è l’amore dell’uomo sulla Terra, che Egli interviene presso gli uomini nel modo che lo tocca più dolorosamente, che gli toglie ciò a cui è attaccato il suo cuore, sempre soltanto, per dargli un’indicazione, quanto inutili sono le mete del suo tendere.

Ma coloro che imparano da tali vicissitudini, possono lodarsi felici, perché cambiano lentamente la direzione della loro volontà e rinunciano al mondo, per entrare una volta nel Regno spirituale. Ma nessuno deve credere di poter far dei compromessi, nessuno deve credere di poter adulare impunemente il mondo. Ogni tendere ha l’effetto dopo la sua morte e se era per il mondo, allora gli procura anche la morte spirituale, allora ha rinunciato al Regno spirituale per via del guadagno terreno, ed il mondo gli ha portato la morte. Allora si è dato nuovamente nel potere di colui che è nell’abisso, e la via verso l’Alto dura di nuovo un tempo infinitamente lungo.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Niemand erringt das Himmelreich, der der Welt huldigt....

Der Welt den Tribut zu zollen heißet, sich das Himmelreich zu verscherzen, weil beides zugleich der Mensch nicht gewinnen kann. Und wer der Welt huldigt, der bemüht sich auch nicht darum, das Himmelreich zu erlangen, denn für ihn gibt es nur die irdische Welt mit ihren Reizen, und an ein Reich außerhalb derer glaubt er nicht. Und doch muß der Weg zum Himmelreich durch diese irdische Welt gegangen werden, sie kann nicht ausgeschaltet werden, denn der Mensch lebt in dieser Welt, er muß das letzte Stadium seiner Entwicklung auf der Erde zurücklegen, inmitten des Reiches, das dem Gegner Gottes gehört. Aber er kann dieses Reich überwinden, er kann hindurchgehen durch die irdische Welt, ohne sich ungewöhnlich beeindrucken zu lassen von ihr, ohne sie mit seinen Sinnen zu begehren.... er kann sie durchleben und doch ihr Herr sein.... Und das ist eure Aufgabe, die Welt zu überwinden, denn sie ist euch zu diesem Zweck beigegeben worden, daß eure Seele darin ausreifet, daß sie sich löset im freien Willen von allem, was der Welt angehört, weil dieses Lösen auch gleichzeitig ein Lösen ist von dem, der Herr dieser Welt ist, und ein Sich-Zuwenden dem geistigen Reich und seinem Herrn. Und so ist es verständlich, daß, wer sich zum Sklaven der Welt macht, nimmermehr das geistige Reich in Besitz nehmen kann, weder im Erdenleben noch nach dem Tode des Menschen.... es ist verständlich, daß der Herr der Welt ihn gefesselthält, weil der Mensch selbst ihm dazu das Recht gibt, denn das Lösen aus seiner Gewalt, das Lösen von der materiellen Welt, muß der Mensch selbst anstreben und vollbringen. Er muß einen Kampf führen mit sich selbst, er muß verzichten können, um etwas Wertvolles zu gewinnen, er muß in der kurzen Erdenlebenszeit allen Versuchungen widerstehen, um dann das geistige Reich mit allen seinen Herrlichkeiten einnehmen zu können, das ihn tausendfach für seinen Verzicht auf Erden entschädigt.... Und er wird dies nur tun, wenn er die Wertlosigkeit und Unbeständigkeit dessen erkennt, was ihm auf Erden begehrenswert erscheint. Nur diese Erkenntnis gibt ihm Kraft, seinen Willen recht zu richten, und diese Erkenntnis kann er gewinnen, wenn er nur nachdenkt über die materielle Welt.... Denn er kann nicht zu einer Willenswandlung gezwungen werden.... er kann nur durch Erlebnisse zu inneren Betrachtungen angeregt werden, doch mit welchem Erfolg, das bestimmt er selbst. Und Gott kann ihm nur insofern helfen, daß Er ihm die Vergänglichkeit immer wieder beweiset, daß Er dem Verfall preisgibt, was des Menschen Liebe auf Erden ist, daß Er eingreift in den Menschen schmerzlichst berührender Weise, daß Er ihm das nimmt, woran sein Herz hängt.... immer nur, um ihm einen Hinweis zu geben, wie wertlos die Ziele seines Strebens sind. Doch die aus solchen Erlebnissen lernen, können sich glücklich preisen, denn sie wandeln langsam ihre Willensrichtung und geben die Welt auf, um das geistige Reich dereinst einzunehmen.... Doch niemand soll glauben, Kompromisse machen zu können, niemand soll glauben, der Welt ungestraft huldigen zu können.... Es wirket sich jegliches Streben nach seinem Tode aus, und galt es der Welt, dann bringt es ihm auch den geistigen Tod, dann hat er um irdischen Gewinnes willen das geistige Reich hingegeben, und die Welt hat ihm den Tod gebracht.... Dann hat er sich dem erneut in die Gewalt gegeben, der in der Tiefe ist, und der Weg zur Höhe dauert wieder endlos lange Zeit....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde