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Il sapere dell’inizio primordiale e della meta finale

Il sapere del principio ur e della meta finale di tutto ciò che è, manca agli uomini e perciò non vivono coscientemente la loro vita terrena. Ma nessun uomo può dire che questo sapere non gli sia mai stato trasmesso, anche se non in modo preciso, a loro è stato comunque portato vicino almeno la fede in una Divinità la Cui Benevolenza si devono conquistare attraverso il loro cammino di vita. Questo è stato nascosto loro sempre in vista dell’effetto nel Regno dell’aldilà, quindi è sempre stata una premessa di una Vita dopo la morte del corpo ed ora l’uomo ne poteva prendere posizione secondo la sua volontà. Appena fa diventare forte la volontà in sé, penetra sempre più profondamente nel sapere, cioè viene istruito dagli esseri sapienti nel Regno spirituale secondo la Volontà divina, gli viene sottoposto in modo esauriente il senso e lo scopo delle Opere di Creazione, in lui viene risvegliata la consapevolezza della responsabilità ed ora cerca nella libera volontà di seguire la Volontà divina, cambia nell’amore e quindi adempie ora il suo vero compito terreno.

Gli uomini del tempo attuale però non sono accessibili per un tale sapere, considerano la loro vita terrena come una faccenda puramente esteriore che non ha per conseguenza nessuna responsabilità e quindi non si sforzeranno mai a trovare una spiegazione per la via terrena infinitamente lunga, osserveranno sempre soltanto l’avvenimento puramente terreno e non rifletteranno mai perché Dio abbia dato la Sua Approvazione per un agire che chiama innumerevoli uomini alla responsabilità.

Solo il senso e lo scopo della vita terrena, quindi un compito collegato a questa, può fornire il motivo per ciò che si svolge nel mondo, ciò che si riversa in sofferenza e miseria sugli uomini e ciò che ha per conseguenza in crudeltà. Ma gli uomini non potranno mai giustificarsi che loro stessi vi offrono la loro mano ed aumentano ancora il male.

Chi sà del principio ur e della meta finale sà anche, che l’umanità è ancora molto lontana dalla meta finale e perciò sà anche, che per via della grande sofferenza c’è ancora una possibilità di raggiungere la meta. E malgrado ciò l’atteggiamento dell’umanità non può essere approvato perché causa una tale sofferenza ai prossimi, perché la volontà degli uomini è cattiva, solo l’effetto della loro cattiva volontà viene guidato da Dio in modo che all’uomo ne possa ancora sorgere spiritualmente un vantaggio, appena si sente indotto di rifugiarsi in Lui e desidera il Suo Aiuto. Se gli uomini badassero ai pensieri che sorgono in loro sullo scopo e la meta della vita terrena, se desiderassero la Risposta a tali domande ed ascoltassero in silenzio nell’interiore ciò che giunge loro mentalmente come Risposta, allora riconoscerebbero anche in qualsiasi avvenimento mondiale un mezzo per raggiungere la meta finale posta a loro.

Ma la miscredenza sulla continuità della vita dell’anima dopo la morte è così diffusa che gli uomini vedono lo scopo e la meta della loro vita terrena solo nella vita terrena in genere, e finché hanno solo questa opinione puramente terrena, fino ad allora l’avvenimento mondiale sarà per loro incomprensibile perché ha un effetto totalmente contrario, quindi contraddice totalmente la meta che loro stessi si sono posti. Questa è la cecità dello spirito, questa è la miopia, perché considerano come scopo a sé stesso ciò che è solo un mezzo allo scopo. Questa è una ignoranza che ha un effetto oltremodo svantaggioso, perché il vero scopo dell’esistenza non viene considerato, quindi non vi si tende nemmeno. Ed è nuovamente difficile guidare gli uomini in quel sapere, finché non credono nella continuità della vita dopo la morte, finché non credono che la vita terrena è soltanto una gradino antecedente per la vera Vita, una scuola che devono assolvere, per essere accettati nel Regno dove comincia la vera Vita. Dapprima devono conquistare questa fede, se vogliono comprendere ciò che attualmente passa sulla Terra in sofferenza e miseria, in afflizione ed oppressione.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Wissen um Uranfang und Endziel....

Das Wissen um den Uranfang und das Endziel alles dessen, was ist, mangelt den Menschen, und darum leben sie ihr Erdenleben nicht bewußt. Es kann aber kein Mensch sagen, daß ihm niemals dieses Wissen übermittelt wurde, wenn auch nicht in ausführlicher Weise, so ist ihnen zumindest der Glaube an eine Gottheit nahegelegt worden, Deren Wohlgefallen sie erringen sollen durch ihren Lebenswandel.... Es ist ihnen dies vorgehalten immer im Hinblick auf die Auswirkung im jenseitigen Reich, also es ist immer die Voraussetzung eines Lebens nach dem Tode des Leibes gewesen, und der Mensch konnte nun dazu Stellung nehmen nach seinem Willen.... Sowie er nun diesen Glauben in sich stark werden läßt, dringt er immer tiefer in das Wissen ein, d.h., er wird von den wissenden Wesen im geistigen Reich dem göttlichen Willen gemäß gedanklich belehrt, ihm wird der Sinn und Zweck der Schöpfungswerke und also auch des Menschen aufschlußreich unterbreitet, das Verantwortungsbewußtsein wird in ihm geweckt, und aus freiem Willen sucht er, nun dem göttlichen Willen nachzukommen.... er wandelt sich zur Liebe, und er erfüllt also nun seine eigentliche Erdenaufgabe. Die Menschen der Jetztzeit aber sind einem solchen Wissen nicht zugänglich, sie betrachten ihr Erdenleben als eine rein äußerliche Angelegenheit, die keine dereinstige Verantwortung nach sich zieht, und also werden sie sich niemals bemühen, eine Erklärung zu finden für den endlos langen Erdenlebensweg, sie werden immer nur das rein irdische Geschehen beachten und niemals darüber nachdenken, weshalb Gott seine Zustimmung gegeben hat zu einem Wirken, das unzählige Menschen zur Verantwortung zieht....

Nur der Sinn und Zweck des Erdenlebens, also eine damit verbundene Aufgabe, kann das begründen, was in der Welt sich abspielt, was sich an Leid und Elend ergießt über die Menschen und was sich an Grausamkeiten vollzieht. Niemals aber können sich die Menschen rechtfertigen, die selbst dazu ihre Hand bieten und das Üble noch vermehren. Wer um den Uranfang und das Endziel weiß, der weiß auch, daß die Menschheit dem Endziel noch sehr fern ist, und er weiß daher auch, daß das große Leid noch eine Möglichkeit ist, das Ziel zu erreichen. Und dennoch kann das Gebaren der Menschen nicht gutgeheißen werden, das solches Leid den Mitmenschen zufügt, denn der Wille der Menschen ist schlecht, nur die Auswirkung ihres schlechten Willens lenkt Gott so, daß geistig dem Menschen noch ein Vorteil daraus erwachsen kann, sowie er sich dadurch veranlaßt, (fühlt) {flüchtet} zu Ihm (zu flüchten), und bei ihm Hilfe begehrt. Würden die Menschen die in ihnen auftauchenden Gedanken über Zweck und Ziel des Erdenlebens beachten, würden sie auf solche Fragen Antwort begehren und still nach innen horchen, was ihnen gedanklich als Antwort zugeht, so würden sie auch in jeglichem Weltgeschehen ein Mittel dazu erkennen, das ihnen gesteckte Endziel zu erreichen. So aber ist der Unglaube über das Fortleben der Seele nach dem Tode so verbreitet, daß die Menschen Zweck und Ziel des Erdenlebens nur im irdischen Leben überhaupt sehen, und solange sie nur diese rein irdische Auffassung haben, wird ihnen das Weltgeschehen unbegreiflich sein, weil es sich völlig gegenteilig auswirkt, also dem Ziel, das sie selbst sich gesteckt haben, gänzlich widerspricht. Und es ist dies Blindheit des Geistes, es ist dies eine Kurzsichtigkeit, weil sie das als Selbstzweck ansehen, was nur Mittel zum Zweck ist.... Es ist dies eine Unwissenheit, die sich höchst nachteilig auswirkt, weil der eigentliche Zweck des Erdendaseins nicht beachtet wird, also auch nicht angestrebt wird. Und wiederum ist es schwer, die Menschen in jenes Wissen zu leiten, solange sie an ein Fortleben nach dem Tode nicht glauben.... solange sie nicht daran glauben, daß das Erdenleben nur eine Vorstufe ist für das eigentliche Leben, eine Schule, die sie absolvieren müssen, um in das Reich aufgenommen zu werden, wo das eigentliche Leben beginnt.... Diesen Glauben müssen sie vorerst gewinnen, wollen sie das begreifen, was zur Zeit über die Erde geht an Leid und Elend, an Trübsal und Bedrängnis....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde