Der Leibestod ist der Abschluß des Erdenwandels und der Beginn des Lebens in der Ewigkeit. Es sind dies zwei grundverschiedene Welten.... Die eine, die der Vergangenheit angehört und auch in sich vergänglich ist, d.h. in ständiger Umänderung begriffen, ist die Welt der sichtbaren und greifbaren Schöpfungswerke Gottes.... eine Welt, die Materie ist zum Gegensatz der jenseitigen Welt, wo materielle Schöpfungen nicht bestehen, sondern nur noch den unvollkommenen Wesen gedanklich vorschweben bis zum Moment endgültiger Überwindung. Der Fleischleib bedurfte irdischer, d.h. materieller Schöpfungen, da er selbst gleichfalls eine solche Schöpfung war. Sobald aber die fleischliche Außenhülle fällt und die Seele hinübergeht in das geistige Reich, ist sie völlig unabhängig von sichtbaren Schöpfungswerken, sofern sie einen gewissen Reifegrad erreicht hat. Die nunmehrige Welt ist eine Welt der Wünsche.... Es findet eine jede Seele das vor, was sie begehrt, und also wird das Leben in der Ewigkeit für den Menschen ein paradiesischer Zustand sein, vorausgesetzt, daß die Seele im Paradiese weilen möchte. Denn sie kann ebenso auch das begehren, was noch sehr menschlich irdisch ist. Dann aber ist der Zustand nicht paradiesisch zu nennen, denn irdische Begierden schalten einen solchen aus. In höheren Spähren aber wird Irdisch-Materielles nicht mehr begehrt, sondern als der Vergangenheit angehörig betrachtet, und statt dessen nur geistiges Gut angestrebt. Geistiges Gut aber sind erstmalig die Kraftströmungen, die das Wesen in der Ewigkeit merklich spürt und als zur Höherentwicklung erforderlich erkennt und ersehnt. In dieser Welt ist nichts greifbar oder körperlich sichtbar, sondern nur dem geistigen Auge sichtbar, d.h., es besteht alles aus ätherischen Substanzen, es ist nur im Empfindungsleben erkennbar.... es wird gleichsam der Liebesgrad des Wesens die Sphären bestimmen, die der Seele neuer Aufenthalt nun ist. Denn so die Seele gebewillig ist, empfängt sie auch, und nun ist Empfangen und Geben für das Wesen beglückende Tätigkeit. Es begehrt nicht etwas Greifbares, sondern nur etwas Köstliches, was im Empfindungsleben zum Ausdruck kommt. Und also ist das Leben in der Ewigkeit ein stetes Zuströmen und Austeilen göttlicher Kraft, es wird nur Geistiges begehrt und empfangen und das Empfindungsleben zu unvorstellbarer Tiefe entwickelt, so daß die Glückseligkeit immer größere Ausmaße annehmen kann, also weder Stillstand noch Rückgang dessen eintritt, was Inbegriff ewigen Lebens ist.... der ewigen Herrlichkeit....
Amen
ÜbersetzerLa morte corporea è la conclusione del cammino terreno e l’inizio della vita nell’Eternità. Questi sono due mondi fondamentalmente diversi. L’uno, che appartiene al passato ed è in sé anche caduco, cioè si trova in costante trasformazione, è il mondo visibile ed afferrabile dell’Opera di Creazione di Dio, un mondo che è materia al contrario del mondo dell’aldilà, dove non esistono delle Creazioni materiali, ma appaiono solo ancora mentalmente agli esseri imperfetti fino al momento del definitivo superamento. Il corpo carnale aveva bisogno di Creazioni terrene, cioè materiali, dato che lui stesso era pure una tale Creazione. Appena però l’involucro esteriore carnale cade e l’anima passa nel Regno spirituale, è totalmente indipendente dalle Opere di Creazione visibili, per quanto abbia raggiunto un certo grado di maturità.
Il mondo oramai è un mondo di desideri. Ogni anima trova ciò che desidera, e quindi la Vita nell’Eternità sarà per l’uomo uno stato paradisiaco, premesso che l’anima desideri dimorare nel Paradiso, perché lei può desiderare anche ciò che è ancora molto umano terreno. Ma allora lo stato non può essere chiamato paradisiaco, perché delle bramosie terrene lo escludono. Nelle sfere superiori però il terreno materiale non è più desiderato, ma considerato appartenente al passato, ed al posto di questo si tende solo al bene spirituale.
Queste però sono primariamente le correnti di Forza, che l’essere percepisce notevolmente nell’Eternità e riconosce e brama come necessarie per lo sviluppo verso l’Alto. In questo mondo nulla è afferrabile o corporalmente visibile, ma visibile solo all’occhio spirituale, cioè, tutto sussiste di sostanze eteriche, è riconoscibile solo nella vita dei sentimenti, il grado d’amore dell’essere determinerà per così dire le sfere, che sono la nuova dimora dell’anima. Perché se l’anima è volenterosa di dare, riceve anche ed ora il ricevere e dare è l’attività che rende l’essere felice. Non desidera nulla di afferrabile, ma solo qualcosa di delizioso, cosa che si manifesta nella vita dei sentimenti.
Perciò la Vita nell’Eternità è quindi un costante affluire e distribuire della Forza divina, viene desiderato e ricevuto solo qualcosa di spirituale e sviluppa la vita dei sentimenti in inimmaginabile profondità, in modo che la felicità beata può assumere delle misure sempre maggiori, quindi non subentra né uno stato fermo né una retrocessione, ma è la quintessenza dell’eterna Vita, dell’eterna Magnificenza.
Amen
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