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Lo stato dell’Ordine divino - La Beatitudine - L’Amore - Lo stato primordiale

Voi tutti siete nati per la Benedizione, ma non per la dannazione. La vostra destinazione è un agire secondo l’Ordine divino ed un tale agire significa sempre Beatitudine, per cui l’Amore divino cerca continuamente a mettervi nello stato dell’Ordine, se voi stessi l’avete abbandonato nella libera volontà. Vivere nell’Ordine divino è quindi la prima ed ultima meta di tutto ciò che è stato creato da Dio in grado di vivere. Ma allora ciò che è creato è anche perfetto, come lo era in principio. E’ attivo nell’amore, perché solo questo significa Vita secondo la Volontà di Dio. Se viene lasciata inosservata la Legge dell’Amore, allora anche la creatura sta al di fuori dell’Ordine divino, perché ad ogni Legge è alla base l’Amore, perché nessuna Legge procedente da Dio è pensabile senza Amore. Quindi l’Amore è anche il Simbolo della Beatitudine, ed il disamore significa dannazione, tormenti ed eterna morte. Appena è stabilito l’Ordine divino, la creatura sa anche di tutto, sta nella conoscenza e quindi nella Luce, compenetra tutto con lo sguardo, riconosce tutto, sa della destinazione di ogni Opera di Creazione per quanto piccola, conosce il collegamento del creato con il suo Creatore e questo stato del sapere è beatificante, perché spinge all’aumentata attività nell’amore ed al costante aumento di Forza, perché l’agire nell’amore genera Forza e quindi la creatura sta in tutta la pienezza di Forza e può fare tutto ciò che vuole. Vivere nell’Ordine divino è uno stato della perfezione, uno stato della libertà e dell’unione con Dio, è lo stato di ciò che era creato primordialmente, che deve essere di nuovo raggiunto inevitabilmente, se è mai stato abbandonato. Perché qualcosa di imperfetto non può rimanere in collegamento con Dio, ma questo collegamento con Lui è Beatitudine. Ma che le creature si trovano in uno stato imperfetto, era la libera volontà che Dio cerca di nuovo di condurre alla perfezione. E quindi Egli mostra loro la via verso l’Ordine divino. Egli mostra loro la via dell’amore, Egli cerca di trasformare la loro volontà affinché entri da sé stessa nell’Ordine divino. Ma Egli urta contro resistenza. Nella loro imperfezione le creature, gli uomini sulla Terra, non riconoscono Dio, lasciano inosservato l’Ordine divino; non sanno nulla del collegamento di sé verso l’eterno Creatore, perché non vivono nell’amore che è l’unico a portare loro la Luce. E perciò sono infelici sulla Terra e lo rimangono anche nel Regno spirituale, perché vivono al di fuori dell’Ordine divino. Ed una volta vi si devono inserire, perché anche la creatura più infelice deve ritornare al Padre, alla sua Origine, Dio non lascia cadere nemmeno la creatura più infelice, ma l’assiste così a lungo, finché non si è alzato da sé stessa, finché non è entrata nello stato dell’Ordine divino, finché non è cambiata nell’amore ed ora attraverso l’unione con Dio può anche giungere all’eterna Beatitudine. Perché alla Sua Legge dall’Eternità è alla base l’Amore e questo non lascia andare perduto nulla, solo che lo stato dell’imperfezione può essere prolungato attraverso la volontà della creatura stessa ed alla creatura viene lasciata da Dio la libertà della sua volontà, ma una volta ritornerà anche la creatura più ribelle a Dio, percorrerà la via dell’amore, si inserirà nel divino Ordine e diventerà beata e lo rimarrà in tutta l’Eternità.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Zustand der göttlichen Ordnung - Seligkeit.... Liebe.... Urzustand....

Ihr alle seid zur Seligkeit geboren, nicht aber zur Verdammnis. Eure Bestimmung ist ein Wirken nach göttlicher Ordnung, und ein solches bedeutet immer Seligkeit, weshalb die göttliche Liebe euch unausgesetzt in den Zustand der Ordnung zu versetzen sucht, so ihr selbst in freiem Willen ihn verlassen habt. In der göttlichen Ordnung zu leben ist also erstes und letztes Ziel alles dessen, was lebefähig von Gott erschaffen worden ist.... Dann aber ist das Erschaffene auch vollkommen, wie es war von Anbeginn. Es ist in der Liebe tätig, denn nur solche bedeutet Leben nach dem Willen Gottes. Wird das Gesetz der Liebe außer acht gelassen, so steht auch das Geschöpf außerhalb der göttlichen Ordnung, weil Liebe jeglichem Gesetz zugrunde liegt, weil ohne Liebe kein von Gott ausgehendes Gesetz denkbar ist. Also ist auch die Liebe der Inbegriff der Seligkeit, und Lieblosigkeit bedeutet Verdammnis, Qualen und ewiger Tod. Sowie die göttliche Ordnung hergestellt ist, weiß das Geschöpf auch um alles, es steht in der Erkenntnis und also im Licht.... es durchschaut alles, erkennt alles, weiß um die Bestimmung jedes noch so kleinsten Schöpfungswerkes, es weiß um den Zusammenhang des Erschaffenen mit seinem Schöpfer, und dieser Zustand des Wissens ist beseligend, denn er treibt zu erhöhter Tätigkeit in Liebe und ständiger Kraftvermehrung, weil Liebeswirken Kraft erzeugt und also das Geschöpf in aller Kraftfülle steht und alles leisten kann, was es will. In der göttlichen Ordnung zu leben ist ein Zustand der Vollkommenheit, ein Zustand der Freiheit und der Gottverbundenheit, es ist der Zustand des uranfänglich Geschaffenen, der unweigerlich wieder erreicht werden muß, so er jemals verlassen wurde. Denn etwas Unvollkommenes kann nicht mit Gott in Verbindung bleiben, die Verbindung mit Ihm aber ist Seligkeit. Daß sich die Geschöpfe jedoch in einem unvollkommenen Zustand befinden, war freier Wille, den Gott wieder dem Zustand der Vollkommenheit zuzuführen sucht. Und also zeigt Er ihnen den Weg zur göttlichen Ordnung, Er zeigt ihnen den Weg zur Liebe, Er sucht ihren Willen umzugestalten, daß er von selbst in die göttliche Ordnung eingeht.... Doch Er stößt auf Widerstand.... In ihrer Unvollkommenheit erkennen die Geschöpfe Gottes, die Menschen auf Erden, nicht, daß sie die göttliche Ordnung außer acht lassen; sie wissen nicht um den Zusammenhang von sich zum ewigen Schöpfer, denn sie leben nicht in der Liebe, die allein ihnen Licht bringt.... Und daher sind sie unselig auf Erden und bleiben es auch im geistigen Reich, weil sie außerhalb der göttlichen Ordnung leben. Doch einstmals müssen sie sich einfügen, denn auch das unseligste Geschöpf muß zurückkehren zum Vater, zu seinem Ausgang, auch das unseligste Geschöpf lässet Gott nicht fallen, sondern Er steht ihm so lange bei, bis es sich von selbst erhoben hat, bis es in den Zustand göttlicher Ordnung eingegangen ist, bis es sich zur Liebe gewandelt hat und nun durch Gottverbundenheit auch zur ewigen Seligkeit gelangt. Denn Seinem Gesetz von Ewigkeit liegt die Liebe zugrunde und die Liebe lässet nichts verlorengehen, nur daß der Zustand der Unvollkommenheit durch den Willen des Geschöpfes selbst verlängert werden kann und von Gott aus dem Geschöpf die Freiheit des Willens belassen bleibt, doch einmal wird auch das widersetzlichste Geschöpf zurückkehren zu Ihm, es wird den Weg der Liebe wandeln, es wird sich einfügen in die göttliche Ordnung und selig werden und bleiben bis in alle Ewigkeit....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde