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La Perfezione di Dio – Lo Scopo della Sua Volontà

Dio E’ grande e potente ed il Suo Amore non conosce confini. Il Suo Essere irradia la più profonda Sapienza, la Sua Pienezza di Forza è invincibile e la Sua Volontà aspira soltanto alla Perfezione, e perciò tutto è perfetto, che è proceduto dalla Sua eterna Forza Creativa. E’ riconosciuto dalla Sua insuperabile Sapienza come buono e giusto per lo scopo, a cui deve servire. Quello che procede da Dio, non può mai essere imperfetto, altrimenti Egli non Sarebbe Perfetto, altrimenti anche il Suo Potere sarebbe limitato ed il Suo Amore non infinito. Dio è ultrasaggio, e la Sua Sapienza è accoppiata con una Volontà, che fa diventare forma tutti i Suoi Pensieri mediante la Sua Forza. Perciò nulla Gli è impossibile, Egli può tutto ciò che vuole, ma vuole soltanto ciò che la Sua Sapienza riconosce come utile allo scopo. E lo scopo è l’illimitata Beatitudine di ciò che una volta è proceduto dalla Sua Forza in tutta la perfezione, ma che è diventato imperfetto mediante la propria volontà. La Sua Volontà non diventa mai attiva nella direzione opposta, Egli non eseguirà o impedirà mai qualcosa mediante la Sua Forza, che rende inefficace lo scopo, per quanto non sia determinante la libera volontà dell’uomo, che Egli bensì rispetta, anche se non la può approvare. Ma la Volontà di Dio è eternamente immutabile, è buona ed ha per scopo soltanto la Perfezione. Ma quello che è diventato imperfetto, oppone una grande resistenza alla Sua Volontà, perché non riconosce L’Essere più perfetto, L’Essere, Che E’ in Sé Amore, Sapienza e Forza, altrimenti si dovrebbe sottomettere a Lui incondizionatamente. La propria volontà è colpevole dell’assenza di conoscenza, a causa della libera volontà l’originariamente perfetto si è derubato di ogni forza di conoscenza e si è precipitato nello stato dell’ignoranza, dal quale può liberarlo soltanto di nuovo la libera volontà. E quindi non sa nulla della Forza e del Potere Della più Sublime Essenza, non sa nulla del Suo Amore e Sapienza, non sa dello stato felice della perfezione. E perciò non riconosce nemmeno la propria imperfezione e con ciò è in uno stato di profondissima miseria, se Dio non gli viene in Aiuto. Tutto ciò che Dio fa, è un mezzo per eliminare l’imperfezione, di aiutare a ciò che una volta è caduto da Lui nella libera volontà, affinché diventi di nuovo perfetto, che ritrovi la via del ritorno a Lui per diventare beato. E quello che Egli fa grazie alla Sua Volontà ed il Suo Amore e Sapienza, conduce inevitabilmente a questa meta, persino quando dura dei tempi infiniti, prima che questa meta sia raggiunta, se la volontà dell’imperfetto oppone resistenza. Soltanto quando la resistenza s’indebolisce, l’essenziale comincia a riconoscere, che è imperfetto; comincia a percepire, che un Essere il più sublimemente perfetto E’ il suo Creatore dall’Eternità e che deve aspirare a questo Essere più Sublime. E con questa debole conoscenza comincia la sua risalita, comincia l’adeguarsi dell’imperfetto all’Essere il più sublimemente perfetto, comincia la subordinazione della volontà sotto la Volontà di Dio e riconosce tutto ciò che Dio fa, come saggio e motivato nel Suo infinito Amore. Ed appena viene raggiunto questo stato, l’essenziale non può più in eterno sprofondare nello stato dell’imperfezione, non può mai in eterno diventare infedele a Dio, perché si fonde mediante il continuo tendere verso l’Alto con la Forza Ur, dalla Quale è proceduto una volta ed è inesprimibilmente beato in tutta l’Eternità.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Vollkommenheit Gottes.... Zweck Seines Willens....

Groß und mächtig ist Gott, und Seine Liebe kennt keine Grenzen.... Sein Wesen strahlt tiefste Weisheit aus, Seine Kraftfülle ist unbesiegbar, und Sein Wille strebt nur das Vollkommene an, und darum ist alles vollkommen, was aus Seiner ewigen Schöpferkraft hervorgegangen ist. Es ist von Seiner unübertrefflichen Weisheit als gut und richtig erkannt für den Zweck, dem es dienen soll. Was aus Gott hervorgeht, kann niemals mangelhaft sein, ansonsten Er nicht vollkommen wäre, ansonsten auch Seine Macht begrenzt und Seine Liebe nicht unendlich wäre. Gott ist überaus weise, und Seine Weisheit ist mit einem Willen gepaart, der alle Seine Gedanken zur Form werden lassen kann durch Seine Kraft. Also ist Ihm nichts unmöglich, Er kann alles, was Er will, will aber nur das, was Seine Weisheit als zweckvoll erkennt.... Und Zweck ist unbegrenzte Seligkeit dessen, was aus Seiner Kraft einst in aller Vollkommenheit hervorgegangen, aber durch eigenen Willen unvollkommen geworden ist. Niemals wird Sein Wille tätig in umgekehrter Richtung, niemals wird Er durch Seine Kraft etwas ausführen oder verhindern, was den Zweck hinfällig werden ließe, soweit nicht der freie Wille des Menschen ausschlaggebend ist, den Er wohl achtet, wenngleich Er ihn nicht gutheißen kann. Doch Gottes Wille ist ewig unveränderlich, er ist gut und bezwecket nur Vollkommenes. Doch das Unvollkommen-Gewordene setzt Seinem Willen großen Widerstand entgegen, denn es erkennt nicht das vollkommenste Wesen, das Wesen, Das in Sich Liebe, Weisheit und Kraft ist.... ansonsten es sich Ihm bedingungslos unterwerfen müßte. Der eigene Wille hat die Erkenntnislosigkeit verschuldet, aus freiem Willen hat sich das ursprünglich Vollkommene jeglicher Erkenntniskraft beraubt und in den Zustand der Unkenntnis gestürzt, aus dem es wieder nur der freie Wille erlösen kann. Und also weiß es nicht um die Kraft und Macht der höchsten Wesenheit, es weiß nicht um Deren Liebe und Weisheit, es weiß nicht um den beglückenden Zustand der Vollkommenheit. Und es erkennt darum auch nicht die eigene Unvollkommenheit und ist somit in einem Zustand tiefster Not, so Gott ihm nicht zu Hilfe kommt. Alles, was Gott tut, ist ein Mittel dazu, die Unvollkommenheit zu heben (im Sinne von "beheben", d. Hrsg.), dem von Ihm einst aus freiem Willen Abgefallenen zu helfen, daß es wieder vollkommen werde, daß es zu Ihm zurückfinde, um selig zu werden. Und was Er tut kraft Seines Willens und Seiner Liebe und Weisheit, führt unweigerlich zu diesem Ziel, selbst wenn es endlose Zeiten dauert, ehe dieses Ziel erreicht ist, so der Wille des Unvollkommenen Widerstand entgegensetzt.... Erst wenn der Widerstand erlahmt, beginnt das Wesenhafte zu erkennen, daß es unvollkommen ist; es beginnt zu ahnen, daß ein höchst vollkommenes Wesen sein Schöpfer ist von Ewigkeit und daß es dieses höchste Wesen anstreben muß.... Und mit dieser leisen Erkenntnis beginnt sein Aufstieg, es beginnt das Angleichen des Unvollkommenen an das höchst vollkommene Wesen, es beginnt das Unterordnen des Willens unter den Willen Gottes, und es erkennt alles, was Gott tut, als weise und in Seiner unendlichen Liebe begründet.... Und sowie dieser Zustand erreicht ist, kann das Wesenhafte ewig nicht mehr versinken in den Zustand der Unvollkommenheit, es kann Gott ewiglich nicht mehr abtrünnig werden, denn es verschmilzt sich durch unausgesetztes Streben zur Höhe mit der Urkraft, von Der es einst ausgegangen ist, und ist unaussprechlich selig bis in alle Ewigkeit....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde