E’ una lunga via da percorrere fino alla perfezione per lo spirituale che si è allontanato da Dio, che deve percorrere questa via nello stato legato per l’avvicinamento a Dio. Ma può abbreviare notevolmente questa via attraverso la sua libera disponibilità di adempiere la Volontà di Dio e questo particolarmente nell’ultimo stadio come uomo, dove al contrario della sua incorporazione precedente, può portare all’esecuzione la sua volontà. L’ultimo periodo della vita terrena, la vita sulla Terra come uomo, può però portare lo spirituale alla più alta perfezione, quando la volontà dell’uomo stesso è attiva, quando tende seriamente ad avvicinarsi a Dio e fa tutto ciò che gli procura la definitiva unificazione con Dio. Per questo ha la possibilità, ma è lasciato del tutto libero come l’utilizza. Nessun mezzo esteriore può operare quest’ultimo perfezionamento, ma unicamente una vita nell’amore per Dio e per il prossimo, l’amore disinteressato per il prossimo ed un costante desiderio per Dio che l’uomo dimostra attraverso questo primo ed attraverso l’intima preghiera, attraverso il tendere alla perfezione, attraverso l’adempimento del divino Comandamento dell’amore e quindi nel formare sé stesso nella mansuetudine, pacifismo, pazienza, misericordia ed umiltà. Null’altro procura all’uomo il progresso spirituale e se non tende seriamente a questa meta, allora la sua via è molto lontana fino al perfezionamento, perché allora non basta la vita sulla Terra, ma deve continuare la via nell’aldilà, ma sotto condizioni molto più difficili.
Allora l’anima deve percorrere nell’aldilà una via della sofferenza che è oltremodo difficile, perché le manca la Forza che le stava pienamente a disposizione sulla Terra. E per risparmiarle questa sofferenza, Dio le da la possibilità ancora sulla Terra di perfezionarsi ed Egli aiuta dove l’uomo non tende seriamente. E per questo motivo c’è la grande sofferenza che deve cambiare gli uomini in esseri rivolti a Dio, attivi nell’amore. Dio vuole abbreviare loro la via, perché sà del tormentoso sviluppo verso l’Alto nell’aldilà. La vita terrena come uomo è così breve, misurata al tempo infinitamente lungo prima ed anche nell’aldilà, che persino un’esistenza terrena colma di sofferenza è da chiamare facile, se con ciò l’uomo raggiunge l’ultimo perfezionamento, cioè poter entrare nell’Eternità come essere di Luce. La vita terrena è una breve fase alla quale l’uomo può guardare grato quando lo ha aiutato alla trasformazione del suo essere attraverso la sofferenza. Ma se l’uomo è attivo nell’amore, che adempie quindi il vero compito della sua vita, allora non l’opprimerà così tanto la sofferenza, perché allora si avvicina alla sua meta e non ha bisogno dei mezzi d’educazione della sofferenza nella misura come gli uomini che non riconoscono Dio, che Gli sono lontani, perché vivono senza amore. E così si spiega la grande sofferenza che passa sulla Terra, che sembra insopportabile per tutti coloro che non sono uniti con Dio e che colgono la Forza da questa unione. E’ ancora un ultimo mezzo di Compassione di Dio il Quale non può più cambiare gli uomini diversamente, perché sono di cuore duro e non vogliono piegarsi davanti a Lui. E l’unico mezzo che li può determinare a ritornare liberamente a Lui, se da ciò vengono spinti interiormente alla preghiera, quindi attraverso la miseria cercano per propria spinta il collegamento con Dio. Perché Dio non rivolge a Sé per costrizione il senso degli uomini, perché allora sarebbe escluso ogni divenire perfetto, perché solo il tendere nella libera volontà conduce a questa meta. Ma la volontà degli uomini è ancora troppo lontana da Dio.
Ed Egli cerca di cambiare questa volontà attraverso la sofferenza. Se questa stessa opera il cambiamento della volontà, allora l’anima ha vinto immensamente molto, perché persino la sofferenza più grave sulla Terra è da chiamare minima contro la sofferenza nell’aldilà, perché la vita terrena è solo una fase molto breve, mentre lo stato di sofferenza nell’aldilà può durare delle Eternità, quando l’anima è troppo debole o di volontà indurita. Perché la sua ultima meta rimane sempre il perfezionamento, soltanto questo può richiedere dei tempi infiniti, come però può anche essere raggiunto nel breve tempo della vita terrena. E Dio assiste l’uomo costantemente aiutando e cerca di stimolarlo al giusto utilizzo e se fallisce, lo conduce sulla retta via tramite avvenimenti dolorosi. E così il tempo terreno rimane sempre un tempo di Grazia, perché rende possibile la liberazione da ogni forma. Ma l’uomo non viene mai costretto nello stato di perfezione, perché questo sarebbe contro l’Ordine di Dio e non potrebbe procurare nulla di perfetto. E secondo la volontà dell’uomo che è rivolto o distolto da Dio, gli si avvicinano gli avvenimenti. E perciò vi sarà sofferenza sulla Terra finché gli uomini sono di volontà distolta da Dio e malgrado Ammonimenti ed Avvertimenti non cambiano questa volontà. Allora Dio impiega i mezzi dolorosi per risparmiare oppure abbreviare alle anime lo stato molto più tormentoso nell’aldilà. Perché il Suo Amore è rivolto eternamente alle Sue creature che vuole condurre verso l’Alto, che vuole rendere felici con la Vita eterna, che vuole accogliere come perfetti nel Suo Regno.
Amen
TraduttoreEs ist eine weiter Weg zu gehen bis zur Vollendung für das Geistige, das sich so weit von Gott entfernt hat, daß es im gebundenen Zustand diesen Weg zur Annäherung an Gott zurücklegen muß. Es kann diesen Weg jedoch erheblich verkürzen durch seine Bereitwilligkeit, dem Willen Gottes nachzukommen, und dies besonders im letzten Stadium als Mensch, wo es auch im Gegensatz zu seiner Verkörperung zuvor seinen Willen zur Ausführung bringen kann. Die letzte Erdenlebensperiode, das Leben auf Erden als Mensch, kann jedoch das Geistige zur höchsten Vollendung bringen, wenn der Wille des Menschen selbst tätig ist, wenn er ernstlich anstrebt, in Gottnähe zu gelangen, und alles tut, was ihm den endgültigen Zusammenschluß mit Gott einträgt. Die Möglichkeit dazu ist ihm geboten, doch es ist ihm völlig freigestellt, wie er sie nützet. Keinerlei äußere Mittel können diese letzte Vollendung bewerkstelligen, sondern allein nur ein Leben in Liebe zu Gott und zum Nächsten.... uneigennützige Nächstenliebe und ständiges Verlangen nach Gott, das der Mensch beweiset durch erstere und durch inniges Gebet, durch Streben nach Vollkommenheit, durch Erfüllen des göttlichen Gebotes der Liebe und also Sich-selbst-Gestalten zur Sanftmut, Friedfertigkeit, Geduld, Barmherzigkeit und Demut. Nichts anderes trägt dem Menschen geistigen Fortschritt ein, und strebt er nicht ernsthaft diese Ziele an, dann ist sein Weg sehr weit bis zur Vollendung, denn dann genügt das Leben auf der Erde nicht, sondern er muß im Jenseits ihn fortsetzen, jedoch unter weit schwereren Bedingungen....
Es muß die Seele dann im Jenseits einen Leidensweg gehen, der darum überaus schwer ist, weil ihr die Kraft mangelt, die ihr auf Erden vollauf zur Verfügung stand. Und um ihr dies zu ersparen, gibt Gott ihr noch auf Erden jede Möglichkeit, sich zu vollenden, und Er hilft nach, wo der Mensch nicht ernsthaft strebt. Und darum das große Leid, das die Menschen wandeln soll zu Gott-zugewandten, liebetätigen Wesen.... Gott will ihnen den Weg verkürzen, weil Er um die qualvolle Aufwärtsentwicklung im Jenseits weiß. Das Erdenleben als Mensch ist so kurz, gemessen an der endlos langen Zeit zuvor und auch im Jenseits, daß selbst ein mit Leid ausgefülltes Erdendasein leicht zu nennen ist dagegen, wenn der Mensch dadurch seine letzte Vollendung erreicht.... als Lichtwesen eingehen zu können in die Ewigkeit. Es ist das Erdenleben eine kurze Phase, auf die der Mensch dankbar zurückblicken wird dereinst, wenn es ihm durch das Leid zur Umgestaltung seines Wesens verholfen hat. Ist der Mensch aber in der Liebe tätig, daß er also seine eigentliche Lebensaufgabe erfüllt, dann wird das Leid ihn nicht so sehr bedrücken, denn dann kommt er seinem Ziel näher, und er benötigt die leidvollen Erziehungsmittel nicht in dem Maße wie die Menschen, die Gott nicht erkennen, die Ihm fern sind, weil sie ohne Liebe leben. Und so ist das große Leid zu erklären, das über die Erde geht, das untragbar erscheint für alle, die nicht Gott-verbunden sind und sich die Kraft aus dieser Verbundenheit holen. Es ist noch ein letztes Erbarmungsmittel Gottes, Der anders die Menschen nicht mehr wandeln kann, weil sie harten Herzens sind und sich nicht beugen wollen vor Ihm. Es ist das einzige Mittel, das sie bestimmen kann, freiwillig zu Ihm zurückzukehren, wenn sie dadurch von innen angetrieben werden zum Gebet, sie also durch die Not aus eigenem Antrieb Verbindung suchen mit Gott. Denn zwangsmäßig wird Gott den Sinn der Menschen nicht Sich zulenken, weil dann jedes Vollkommen-Werden ausgeschlossen wäre, denn nur ein Streben im freien Willen führt zu diesem Ziel. Der Wille der Menschen aber ist noch zu sehr Gott abgewandt....
Und diesen Willen suchet Er zu wandeln durch Leid.... Bringt das Leid den Wandel des Willens zuwege, dann hat die Seele unsagbar viel gewonnen, denn selbst das schwerste Leid auf Erden ist gering zu nennen gegen das Leid im Jenseits, weil das Erdenleben nur eine ganz kurze Phase ist, während der Leidenszustand im Jenseits Ewigkeiten dauern kann, wenn die Seele zu schwach oder verhärteten Willens ist. Denn ihr letztes Ziel bleibt immer die Vollendung, nur kann diese ewige Zeiten benötigen, wie sie aber auch in der kurzen Erdenlebenszeit erreicht werden kann. Und Gott steht dem Menschen ständig helfend zur Seite, und Er sucht ihn zur rechten Nützung anzuregen und, so er versagt, ihn durch schmerzhafte Ereignisse auf den rechten Weg zu führen. Und so bleibt die Erdenzeit immer eine Gnadenzeit, weil sie die Freiwerdung aus jeglicher Form ermöglicht. Doch niemals wird der Mensch zwangsweise in den Vollkommenheitszustand versetzt, weil dies wider Gottes Ordnung wäre und nichts Vollendetes zeitigen könnte. Und je nach dem Willen des Menschen, der Gott zu- oder abgewandt ist, treten die Ereignisse an den Menschen heran. Und darum wird Leid auf der Erde sein, solange die Menschen Gott-abgewandten Willens sind und trotz Mahnungen und Warnungen diesen Willen nicht wandeln. Dann greifet Gott zu schmerzhaften Mitteln, um den Seelen den weitaus qualvolleren Zustand im Jenseits zu ersparen oder zu verkürzen. Denn Seine Liebe gilt ewiglich Seinen Geschöpfen, die Er zur Höhe führen will, die Er beglücken will mit dem ewigen Leben, die Er als vollendet aufnehmen will in Sein Reich....
Amen
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