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Il pensiero dipende dalla volontà

I pensieri si formano secondo la volontà umana e perciò l’uomo è anche responsabile per i suoi pensieri. Quando l’uomo osserva sé stesso riconoscerà che i suoi pensieri percorrono la via che la sua volontà prescrive loro, che quindi rigetta i pensieri a lui sgradevoli e rimane più a lungo con i pensieri che gli aggradano. E quindi è determinante la volontà umana e questa è nuovamente sbagliata o giusta dinanzi a Dio, secondo la volontà per il mondo o per il Regno spirituale. E perciò quanti dolorosi avvenimenti Dio possa far venire sull’uomo, dipende unicamente dalla volontà umana come li accoglie e producono un cambiamento del suo pensare. La miseria e l’afflizione nel mondo devono ricondurre gli uomini a Dio, cioè i loro pensieri devono essere rivolti a lenire la miseria del prossimo, di invocare Dio per l’Aiuto e di adempiere in ogni tempo la Volontà divina. Ma gli uomini diventano sempre più induriti e persino la sofferenza più grave non può cambiarli, prché il loro pensare è rivolto solo alla materia terrena. Si spingono bensì anche altri pensieri vicino all’uomo, ma non li accetta; la sua volontà li rigetta e si tiene salda a tali pensieri che spiritualmente sono poco utili per lui, perché ama il mondo e lascia anche vorticare i suoi pensieri costantemente intorno a questo mondo terreno. Se gli viene vicino il pensiero a Dio, allora lo rigetta invece di afferrarlo e di occuparsi seriamente con il suo Creatore e di mettere in collegamento l’avvenimento mondiale con la vita del singolo e la sua predisposizione verso Dio. L’incostanza del possesso terreno e la morte dei prossimi che gli si presentano sempre davanti agli occhi, dovrebbero distogliere i suoi pensieri dal terreno ed indicargli l’Eternità, ma tutti i pensieri che sorgono su questa li lascia cadere, oppure vi si oppone ed è questo per cui deve una volta rendere conto. La sua volontà tende al mondo ed il suo pensare rimane sempre nella stessa direzione. E questo è lo stato dell’intera umanità, eccetto pochi che nella loro più grande miseria si rifugiano in Dio e si raccomandano alla Sua Grazia. Pochi non desiderano più nulla da questo mondo e tendono al Regno spirituale, ma la maggioranza non è nemmeno da portare via dal pensare terreno attraverso il peggior avvenimento, per cui nemmeno la miseria e l’afflizione possono trovare ancora una fine. Il basso stato spirituale degli uomini lo richiede ed il pensare sbagliato su ciò deve ancora essere cambiato, perché diversamente non può più essere ottenuto un cambiamento ed il tempo stringe, perché va incontro alla sua fine. E perciò dovrà ancora passare molta sofferenza sulla Terra, affinché gli uomini si liberino dall’amore per la materia, affinché vincano la Terra ed aspirino ai beni spirituali, affinché sfruttino l’ultimo tempo che rimane loro ancora fino all’ultima decisione.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Gedanke - vom Willen abhängig....

Es formen sich die Gedanken dem menschlichen Willen gemäß, und darum ist der Mensch auch für seine Gedanken verantwortlich. Sowie der Mensch sich selbst beobachtet, wird er erkennen, daß seine Gedanken den Weg gehen, den sein Wille ihnen vorschreibt, daß er also ihm unangenehme Gedanken verwirft und bei jenen Gedanken länger verweilt, die ihm zusagen. Und also ist der menschliche Wille ausschlaggebend und dieser wieder je nach dem Willen zur Welt oder zum geistigen Reich verkehrt oder recht vor Gott. Und darum kann Gott die Geschehen noch so leidvoll über den Menschen kommen lassen, vom menschlichen Willen allein hängt es ab, wie er es aufnimmt und ob es eine Wandlung seines Denkens hervorbringt. Die Not und Trübsal in der Welt soll die Menschen zu Gott zurückführen, d.h., ihre Gedanken sollen darauf gerichtet sein, dem Mitmenschen die Not zu lindern, Gott um Hilfe anzurufen und jederzeit den göttlichen Willen zu erfüllen. Doch die Menschen werden immer verhärteter, und selbst das schwerste Leid vermag nicht, sie zu wandeln. Denn ihr Denken ist nur auf die irdische Materie gerichtet. Wohl drängen sich auch andere Gedanken an den Menschen heran, doch er nimmt sie nicht an; sein Wille verwirft sie und hält fest an solchen Gedanken, die ihm geistig wenig zuträglich sind, denn er liebt die Welt, und lässet seine Gedanken auch ständig um diese irdische Welt kreisen. Tritt ihm der Gedanke an Gott nahe, so verwirft er ihn, anstatt ihn zu ergreifen und ernstlich mit seinem Schöpfer sich auseinanderzusetzen und das Weltgeschehen in Verbindung zu bringen mit dem Leben des einzelnen und seiner Einstellung zu Gott. Die Unbeständigkeit des irdischen Besitzes und der ihm ständig vor Augen tretende Tod der Mitmenschen müßte seine Gedanken ablenken vom Irdischen und ihn hinweisen auf die Ewigkeit, doch alle auftauchenden Gedanken daran läßt er wieder fallen, oder er wehrt sich dagegen, und das ist es, wofür er sich dereinst verantworten muß. Sein Wille strebt der Welt zu, und sein Denken bleibt in immer gleicher Richtung.... Und es ist dies der Zustand der gesamten Menschheit bis auf einige wenige, die in ihrem größten Elend zu Gott flüchten und sich Ihm und Seiner Gnade empfehlen. Wenige verlangen nichts mehr von dieser Welt und streben dem geistigen Reich zu, doch die Mehrzahl ist auch durch das schlimmste Geschehen nicht von dem irdischen Denken abzubringen, weshalb auch die Not und Trübsal noch kein Ende haben kann. Der geistige Tiefstand der Menschen erfordert eine solche, und das verkehrte Denken soll dadurch noch gewandelt werden, weil anders keine Wandlung mehr erreicht werden kann und die Zeit drängt, denn sie geht ihrem Ende entgegen. Und darum wird noch viel Leid über die Erde gehen müssen, auf daß die Menschen sich frei machen von der Liebe zur Materie, auf daß sie die Erde überwinden und geistige Güter anstreben, auf daß sie die letzte Zeit nützen, die ihnen noch bleibt bis zur letzten Entscheidung....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde