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Il litigio verbale e le sue conseguenze

Ogni litigio verbale ha un effetto benefico, perché appena gli uomini esprimono un’opinione contraria, prendono posizione sulla questione e quindi viene stimolato il corso dei loro pensieri. Ma all’uomo pensante si possono rivelare delle Forze spirituali, cioè degli esseri sapienti cercano di influenzarlo mentalmente, cosa però che non è possibile quando l’uomo non si occupa in modo più approfondito di un problema che dev’essere risolto. Sarà bensì una lotta fra due esseri sapienti e di coloro che stanno nell’ignoranza e la vogliono trasferire sull’uomo. Ma all’uomo viene sempre di nuovo indicato ciò che gli esseri sapienti gli vogliono trasmettere e con buona volontà rimangono fissate quelle obiezioni e diventeranno sempre di più proprietà dell’uomo se costui vi riflette più a lungo. Perciò delle opinioni contrarie possono sovente contribuire al chiarimento; i contendenti si esprimono, cioè pronunciano le due opinioni ed il portatore della Verità potrà sempre registrare un piccolo successo, perché appena è stata sollevata una questione e ne viene presa posizione, stimola sempre di nuovo l’uomo alla riflessione. Inoltre i portatori della Verità difenderanno anche abilmente e convinti la loro opinione, quindi potranno battere l’avversario con parole che però non sono da rigettare come parole vuote. Potrà motivare tutto ciò che dice e con ciò rendere l’avversario incapace o di malavoglia di combattere, vincerà perché lo sostengono delle Forze buone, sapienti, parlerà convinto, perché sà del collegamento del tutto e quindi non manifesterà la sua opinione soltanto perché l’ha imparata, ma perché sente ciò che sostiene. E più volenteroso ed amante della Verità è l’avversario, più rapidamente si unirà all’opinione dell’altro, perchè allora trova i giusti pensieri ed è convinto della Verità di ciò che il suo avversario rappresenta. Perché litigare significa urtare contro resistenza e su questa la Forza si può mettere alla prova. Appena un litigante non trova nessuna resistenza, la lite è finita. Ma Dio Si forma dei combattenti per il Suo Regno, Egli vuole che l’uomo combatta contro ciò che non corrisponde alla Sua Volontà. Egli vuole che l’uomo rappresenti davanti a sé ed al mondo ciò che considera giusto. Quindi deve combattere contro ciò che gli sembra sbagliato. E dato che Dio assicura il Suo Aiuto ai Suoi combattenti, costui deve anche avere successo se si adopera per Dio e quindi bada alla Volontà divina. Perché Dio Stesso lo assiste, parla attraverso l’uomo dedito a Lui. Quindi Dio Stesso lotta, Egli cerca di diffondere la Verità, ma lasciando anche sempre la parola alla non-verità, affinché questa venga riconosciuta come tale ed induca l’avversario ad una veemente difesa, perché solo allora gli riuscirà a risvegliare in lui dei dubbi per via della veridicità delle sue opinioni e così comincia a riflettere, gli può essere concessa l’Assistenza spirituale e guidata mentalmente nella Verità.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Wortstreit und seine Folgen....

Jeder geistige Wortstreit wirkt sich segensreich aus, denn sowie der Mensch eine gegnerische Ansicht äußert, nimmt er Stellung zur Streitfrage, und also wird sein Gedankengang angeregt. Dem denkenden Menschen aber können geistige Kräfte sich offenbaren, d.h., es können wissende Wesen ihn gedanklich zu beeinflussen suchen, was aber nicht möglich ist, wenn der Mensch nicht näher eingeht auf ein Problem, das gelöst werden soll. Es wird zwar ein Kampf sein zwischen den wissenden Wesen und denen, die in der Unwissenheit stehen und solche auf den Menschen übertragen wollen. Doch immer wieder wird der Mensch hingewiesen auf das, was wissende Wesen jenem vermittelt haben, und bei gutem Willen bleiben jene Einwände haften, um dann mehr und mehr geistiges Eigentum des Menschen zu werden, so dieser länger darüber nachdenkt. Darum können gegnerische Ansichten oft zur Klärung beitragen; es werden sich die Streitenden entäußern, d.h. beide Meinungen aussprechen, und es wird der Wahrheitsträger immer einen kleinen Erfolg verbuchen können. Denn sowie erst einmal eine Frage aufgeworfen und dazu Stellung genommen wird, regt sie den Menschen immer wieder zum Nachdenken an. Zudem aber werden die Wahrheitsträger auch ihre Ansicht gewandt und überzeugend verteidigen, also den Gegner mit Worten schlagen können, die aber nicht als leere Worte zu verwerfen sind.... Er wird alles begründen können, was er sagt, und dadurch den Gegner kampfunfähig oder kampfunlustig machen, er wird siegen, weil gute, wissende Kräfte ihn unterstützen, er wird überzeugend reden, weil er um den Zusammenhang des Ganzen weiß und daher nicht nur angelernt seine Meinung äußert, sondern das empfindet, was er vertritt. Und je williger und wahrheitsliebender der Gegner ist, desto schneller wird er sich der Meinung des anderen anschließen, weil er dann die rechten Gedanken findet und überzeugt ist von der Wahrheit dessen, was sein Gegner vertritt. Denn streiten heißt auf Widerstand stoßen, und am Widerstand kann sich die Kraft erproben.... Sowie ein Streiter keinen Widerstand findet, hat der Streit sein Ende.... Gott aber bildet Sich Streiter aus für Sein Reich, Er will, daß der Mensch ankämpfe gegen das, was Seinem Willen nicht entspricht.... Er will, daß der Mensch das vertrete vor sich und der Welt, was er für richtig erachtet. Also muß er streiten gegen das, was ihm falsch erscheint. Und da Gott Seinen Streitern Seine Hilfe zusagt, muß auch der Streitende Erfolg haben, so er für Gott sich einsetzt und also den göttlichen Willen achtet.... Denn Gott Selbst steht ihm dann zur Seite, Er spricht durch den Ihm ergebenen Menschen, also es kämpfet Gott Selbst, Er sucht die Wahrheit zu verbreiten, immer aber auch der Unwahrheit das Wort lassend, auf daß sie als solche erkannt werde und den Gegner zu heftiger Gegenwehr veranlasse. Denn dann erst kann es ihm gelingen, Zweifel in jenem zu erwecken ob der Wahrhaftigkeit seiner Ansichten, und so er beginnt, darüber nachzudenken, kann ihm geistiger Beistand gewährt und er gedanklich in die Wahrheit eingeführt werden....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde