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Il peccato del disamore - (completamento al Nr. 1914)

Infrangere il Comandamento dell’amore per il prossimo è peccato, ma quello che l’essere commette solo nello stadio della libera volontà, come uomo, quindi non dev’essere confuso con il peccato di una volta, la ribellione contro Dio. Perché qui si tratta di un’assenza d’amore, che non è una cosciente ribellione contro Dio Stesso, perché l’uomo non riconosce né Dio né la sua vera posizione verso Dio e verso il prossimo. Lui ha bensì il sentimento per il bene e per il male, e dato che segue di più la spinta verso il male, ispessisce l’involucro della sua anima, aggiunge quindi all’ingiustizia di una volta un’ulteriore ingiustizia ed aggrava con ciò a sé stesso il diventare libero dalla grande colpa di peccato della sua ribellione di una volta. Quindi, l’uomo viene al mondo già in uno stato aggravato per diventarne libero, e può soltanto aumentare il suo peso attraverso i peccati, che vengono commessi nell’assenza d’amore. A causa di questo può formarsi in retrocessione, mentre lo scopo della vita terrena è, dopo un infinitamente lungo cammino attraverso la Creazione, di liberarsi delle ultime scorie del suo peccato di una volta contro Dio. Questo grande peccato è il motivo del suo cammino di vita terrena. Senza questo peccato manca ogni motivazione per l’esistenza di un essere in un mondo, che offre all’essere incorporato sofferenza e preoccupazione, afflizione e miseria. Tutto questo è semplicemente un mezzo allo scopo. Se però ora questo grande peccato viene rinnegato e non riconosciuto, ogni Opera di Creazione, anche l’uomo, sarebbe infondata, e la Creazione non rivelerebbe né Sapienza né Amore. Il peccato dell’assenza d’amore però sarebbe troppo minimo, per aver per conseguenza punizioni per l’Eternità; ma una vita compiacente a Dio non potrebbe mai procurare la ricompensa per l’Eternità, dato che ambedue non starebbero in rapporto verso il guadagno o verso il peccato dell’uomo sulla Terra. La caduta di una volta da Dio però è un avvenimento spirituale così significativo, che l’uomo non può afferrare, ma solo credendolo può risolvere il compito sulla Terra, ristabilire il giusto rapporto verso Dio, come era in principio.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Sünde der Lieblosigkeit.... (Ergänzung zu Nr. 1914)

Gegen das Gebot der Nächstenliebe zu verstoßen ist gleichfalls Sünde, jedoch eine Sünde, die das Wesen erst im Stadium des freien Willens, als Mensch, begeht, also nicht mit der einstigen Sünde.... der Auflehnung gegen Gott.... verwechselt werden darf. Denn es handelt sich hier um eine Lieblosigkeit, die kein bewußtes Auflehnen ist gegen Gott Selbst, weil der Mensch weder Gott recht erkennt noch seine eigentliche Stellung zu Gott und zum Mitmenschen. Er hat zwar das Empfinden für Gut und Böse, und da er dem Trieb zum Bösen mehr nachkommt, verdickt er die Hülle seiner Seele, fügt also dem einstigen Unrecht ein weiteres Unrecht zu und erschwert dadurch sich selbst die Freiwerdung von der großen Sündenschuld seiner einstigen Auflehnung. Es kommt also der Mensch schon in einem belasteten Zustand zur Welt, um von diesem frei zu werden, und kann seine Belastung nur noch vermehren durch Sünden, die in Lieblosigkeit begangen werden. Er kann sich dadurch rückschrittlich gestalten, während der Erdenlebenszweck ist, nach unendlich langem Wandel durch die Schöpfung sich der letzten Schlacken seiner einstigen Verfehlung gegen Gott zu entledigen.... Diese große Sünde ist Anlaß zu seinem Erdenlebenswandel.... Ohne diese Sünde fehlt jede Begründung für das Dasein eines Wesens auf einer Welt, die Leid und Sorge, Trübsal und Not dem verkörperten Wesen bietet. Es ist dies alles lediglich Mittel zum Zweck. Sowie nun aber diese große Sünde nicht erkannt oder abgestritten wird, wäre jegliches Schöpfungswerk, auch der Mensch, unbegründet, und die Schöpfung würde dann weder Weisheit noch Liebe verraten. Die Sünde der Lieblosigkeit jedoch wäre zu gering, um Ewigkeitsstrafen nach sich zu ziehen, ein Leben in gottgefälliger Weise würde aber niemals Ewigkeitslohn eintragen können, da beides nicht im Verhältnis stehen würde zum Verdienst oder zur Sünde des Menschen auf Erden. Der einstige Abfall von Gott aber ist ein so bedeutsames Geistesgeschehen, daß es der Mensch nicht fassen kann, er aber auch nur im Glauben daran die Aufgabe auf Erden lösen kann.... das rechte Verhältnis Gott gegenüber wiederherzustellen, wie es war von Anbeginn....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde