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La Grazia dell’incorporazione come uomo

Nessun uomo si rende conto dell’inaudita Grazia di poter vivere sulla Terra, perché nessun uomo riconosce il suo vero io, nessun uomo può misurare che cosa è stato primordialmente e quello che può anche di nuovo diventare attraverso una giusta vita terrena. Una volta risplendeva in inesprimibile bellezza, la sua pienezza di Luce e Forza era illimitata, ed illimitata era perciò anche la sua beatitudine. Di una tale beatitudine di pienezza di Luce e Forza nessun uomo sulla Terra può farsene un’idea, ed il sapere da solo non basta per afferrare la grande Grazia che veniva concessa all’essere, che si può incorporare come uomo per uscire di nuovo da uno stato scelto liberamente, che esso stesso si era creato, che però è totalmente indegno per questo essere perfetto. Ma che l’uomo non lo possa afferrare, è ben disposto da Dio, altrimenti il cammino terreno non potrebbe procurare nessun libero sviluppo verso l’Alto, ma spingerebbe ogni essere obbligatoriamente verso l’Alto, cosa che però escluderebbe il raggiungimento della perfezione.

E così l’uomo sta per così dire totalmente cieco in una regione attraverso la quale deve passare per giungere alla meta. E la sua cecità gli farebbe continuamente percorrere delle vie errate, se non gli si associasse una Guida, Che Si offre per guidarlo. Questa Guida ora gli dirà ciò che può raggiungere, gli presenterà anche il suo stato imperfetto come causato da sé stesso e lo spronerà sempre di nuovo di cambiarlo, ma anche Lui gli lascerà la piena libertà della volontà di dare ascolto alle sue immaginazioni e di condurre rispettivamente il suo modo di vivere oppure di percorrere proprie vie. Ma nessun uomo ha bisogno di passare attraverso la vita senza Guida spirituale.

Ed anche questo è di nuovo una Grazia, una Grazia perché una volta l’essere stava nella Luce più chiara e vi ha rinunciato liberamente. Quindi ha disprezzato qualcosa di Divino, ha rifiutato ciò che il grande Amore di Dio gli ha donato quando Egli ha creato l’essere. E questo era un peccato che giustamente doveva condurre al totale oscuramento, e significa giustamente anche essersi giocato l’Amore e la Misericordia di Dio. Ma l’Amore e la Misericordia divini non si negano in eterno.

Però è e rimane un Atto di Grazia, che Dio dà di nuovo a questo spirituale caduto la possibilità di lavorare per arrivare in Alto, benché questo avviene in un modo, quando l’uomo stesso si rende conto del significato della sua esistenza terrena. Ma Dio cerca anche di guidare a lui il sapere su questo, soltanto che “sapere” e la totale “conoscenza” è ancora una differenza, ma l’uomo può conquistarsi un grado di conoscenza da essere capace di credere, ciò che gli viene sottoposto come sapere. Ma un unico sguardo soltanto nel suo stato di Luce primordiale renderebbe l’uomo incapace per un ulteriore tendere, perché allora scomparirebbe sotto il peso del suo peccato.

Ma deve di nuovo raggiungere il suo stato di Luce di una volta. Perciò attraverso l’Amore e la Grazia di Dio gli è stata anche dischiusa ogni possibilità, si trova quindi in una Corrente d’Amore divino sempre fluente che lo può anche condurre alla meta, se gli si affida totalmente, se non “nuota contro corrente”, cioè di prestare resistenza interiore verso quelle Guide spirituali, che si sforzano oltremodo con fervore nel suo procedere, ma gli lasciano piena libertà.

Ma chi si lascia guidare e condurre volontariamente, si avvicina sempre di più al suo stato Ur, e presto riconosce anche nel suo spirito, la Verità di ciò che gli viene presentato, riconosce l’infinito Amore e la Grazia di Dio, e poi si sottomette umilmente al Dio e Padre da lui riconosciuto, e Lo desidera con tutti i sensi. Allora può già essere compenetrato da una piccola Luce di conoscenza, che però è solo un debole riflesso della Luce Ur, che lo ha compenetrato una volta totalmente. Ma allora la Grazia donatagli dell’incorporazione come uomo non era senza effetto, e sarà ritornato al Padre, dal Quale non sarà più capace di separarsi nell’Eternità, perché il suo amore lo ha unito indissolubilmente con l’Eterno Amore.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Gnade der Verkörperung als Mensch....

Kein Mensch ist sich der unerhörten Gnade bewußt, auf Erden leben zu dürfen, denn kein Mensch erkennt sein eigentliches Ich.... kein Mensch kann es ermessen, was er uranfänglich gewesen ist und was er durch ein rechtes Erdenleben auch wieder werden kann.... In unaussprechlicher Schönheit erstrahlte er einst, unbegrenzt war seine Licht- und Kraftfülle, und unbegrenzt war daher auch seine Seligkeit. Von einer solchen Seligkeit und Licht- und Kraftfülle aber kann sich kein Mensch auf Erden eine Vorstellung machen, und das Wissen allein genügt nicht, um die große Gnade zu fassen, die dem Wesen gewährt wurde, daß es sich verkörpern darf als Mensch, um aus einem frei gewählten Zustand wieder herauszukommen, den es selbst sich geschaffen hatte, der aber dieses vollkommenen Wesens ganz unwürdig ist.... Daß aber der Mensch es nicht fassen kann, ist wohlbedacht von Gott, ansonsten der Erdengang kein freies Entwickeln zur Höhe bringen könnte, sondern jedes Wesen zwangsmäßig zur Höhe triebe, was aber das Erreichen der Vollkommenheit ausschalten würde. Und so steht der Mensch gleichsam völlig blind in einem Gebiet, das er durchwandern muß, um zum Ziel zu gelangen. Und seine Blindheit würde ihn stets Irrwege gehen lassen, wenn sich kein Führer ihm beigesellte, der ihm seine Führung anbietet. Dieser Führer nun wird ihm sagen, was er erreichen kann, er wird ihm auch seinen mangelhaften Zustand als selbstverschuldet vorstellen und ihn immer wieder anspornen, diesen zu wandeln, aber auch er wird ihm volle Willensfreiheit lassen, seinen Vorstellungen Gehör zu schenken und seinen Lebenswandel entsprechend zu führen oder eigene Wege zu gehen. Aber kein Mensch braucht ohne geistige Führung durchs Leben zu gehen.... Und auch das ist wieder eine Gnade.... darum eine Gnade, weil einst das Wesen in hellstem Licht gestanden hat und sich freiwillig dieses Lichtes begab. Es hat also etwas Göttliches verschmäht, es hat abgewiesen, was Gottes große Liebe ihm schenkte, als Er das Wesen erschuf. Und es war dies eine Sünde, die gerechterweise zu völliger Verfinsterung führen mußte.... und gerechterweise auch ein Verscherzen von Gottes Liebe und Erbarmung bedeutete.... Doch die göttliche Liebe und Erbarmung versagt sich nicht ewig. Aber es ist und bleibt ein Gnadenakt, daß Gott diesen aus eigener Schuld Gefallenen wieder die Möglichkeit gibt, sich zur Höhe emporzuarbeiten, wenngleich dies in einer Weise geschieht, daß der Mensch selbst sich der Bedeutung seines Erdendaseins nicht bewußt ist. Aber Gott sucht ihm auch das Wissen darüber zuzuführen, nur ist "Wissen" und völliges "Erkennen" noch ein Unterschied, aber es kann der Mensch sich einen Erkenntnisgrad erwerben, daß er fähig ist, zu glauben, was ihm als Wissen unterbreitet wird. Doch ein einziger Blick nur in seinen uranfänglichen Licht-Zustand würde den Menschen unfähig machen zu weiterem Streben, denn er würde dann unter der Wucht seiner Sünde vergehen.... Er soll aber seinen einstigen Lichtzustand wieder erreichen. Darum ist ihm durch Gottes Liebe und Gnade auch jede Möglichkeit erschlossen worden, also er befindet sich in einem immerwährend-fließenden Gnadenstrom göttlicher Liebe, der ihn auch ans Ziel führen kann, wenn er sich ihm ganz überläßt, wenn er nicht "gegen den Strom schwimmt".... also inneren Widerstand leistet, jenen geistigen Führern gegenüber, die an seinem Vorwärtskommen überaus eifrig bemüht sind, aber doch ihm volle Freiheit lassen. Wer sich aber willig lenken und leiten lässet, der kommt seinem Urzustand immer näher, und bald erkennt er auch in seinem Geist die Wahrheit dessen, was ihm vorgetragen wird.... er erkennt die unendliche Liebe und Gnade Gottes, und dann unterwirft er sich demütig dem von ihm erkannten Gott und Vater, und er verlangt nach Ihm mit allen Sinnen.... Dann kann er schon von einem kleinen Licht der Erkenntnis durchstrahlt werden, das aber nur ein schwacher Abglanz ist des Urlichtes, das ihn einstens gänzlich durchstrahlte.... Dann aber war die ihm geschenkte Gnade der Verkörperung als Mensch nicht wirkungslos, und dann ist er zurückgekehrt zum Vater, von Dem er sich auch in Ewigkeit nicht mehr zu trennen vermag, denn die Liebe hat ihn nun unlöslich mit der Ewigen Liebe verbunden....

Amen

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This is an original publication by Bertha Dudde