Voi tutti sperimentate la Bontà e la Misericordia di Dio, perché il Suo Amore è infinito ed è per tutte le Sue creature che sono nella miseria, che però Gli resistono ancora e perciò veramente non avrebbero nessun diritto sul Suo Amore, perciò la Misericordia pensa alla loro miseria. Egli non può Essere adirato, ma soltanto amare, voler perdonare ed aiutare. Nessun peccato è così grande che il Suo Amore non volesse perdonare, e soltanto la Sua Giustizia deve conservare un certo Ordine, per cui Dio non può rendere beate le Sue creature, finché Gli resistono apertamente. Ma Egli fa di tutto per spezzare la loro resistenza, per poter poi donarSi in Pienezza. Dio dunque con condanna per quanto sia piena la misura del peccato, ma Egli guarda pieno di Compassione giù sul peccatore e riversa su di lui Grazie su Grazie, affinché si converta e si rivolga liberamente a Lui, per trovare ora anche pieno Perdono da Lui. Perché Dio Stesso E’ l’Amore, e l’Amore non può essere adirato, ma cerca sempre soltanto di rendere felice. Dio è un giudice misericordioso per ogni anima, cioè da Lui ci si può aspettare sempre il Perdono, perché il Suo Amore è infinito. Soltanto quando l’anima stessa si ribella, allora provoca la Giustizia di Dio, perché questa è la Legge dell’eterno Ordine, che la resistenza rende inefficace l’Amore di Dio ed anche l’Opera di Misericordia è inutile. E così la più grande preoccupazione di Dio è sempre soltanto per il cambiamento di volontà dell’uomo, che poi permette, che la Sua Misericordia possa intervenire, quando un’anima è caduta e non può più risollevarsi da sola. Allora le viene dato l’Aiuto, che lei comunque non merita, che però non rifiuta. Allora per Grazia può diventare beata, perché l’Amore misericordioso s’inchina sull’infelice. Ma la Compassione conosce solamente Colui il Quale sa della sconfinata miseria di ciò che langue nell’abisso. E perciò anche l’uomo può sentire la compassione, che sa della sorte del caduto, nemmeno quando non la può misurare sentimentalmente. Ma il sapere dell’infelicità del caduto può risvegliare anche in lui una profonda compassione, e se ora si adopera nell’amore compassionevole per queste anime lontane da Dio, se ora invoca Dio per l’Aiuto per quelle anime infelici, allora la sua compassionevole invocazione può spezzare la resistenza in quelle anime, perché sentono l’amore del chiedente e cederà. Perché l’amore compassionevole viene molto valutato da Parte di Dio, dato che è un segno di più alta maturità dell’anima, un segno dell’autentico amore dell’uomo, che non può mai rimanere senza effetto. Dio ha Compassione per ogni anima, e tutto sarebbe già davvero liberato dall’abisso, se il Suo Amore compassionevole fosse accettato senza resistenza. Ma rimane inefficace, appena trova resistenza. Quindi ogni situazione di miseria, ogni infelicità non è emessa da Dio sull’essere, ma vi è stata tesa con la libera volontà, contro cui nemmeno la Misericordia di Dio non può intraprendere altro che sempre soltanto agire nell’Amore sulla volontà dell’essere, affinché cambi e liberi la via all’Amore misericordioso; affinché l’essere si lasci afferrare e tirare su dall’Amore misericordioso. Ogni opera di redenzione è un’opera di misericordia, perché è miseria auto provocata, da cui l’anima deve essere liberata, dove la Giustizia deve emettere la punizione, se la Misericordia non si manifesta prima e non fa un ultimo tentativo di spezzare la resistenza. Nella resistenza però anche la Misericordia non può fare niente, e la Giustizia ora pensa all’essere secondo la resistenza. L’Amore di Dio non cede mai, e questo Amore cerca di salvare tutti gli infelici, e la Sua Compassione si chinerà sempre di nuovo sulla Terra e raccoglierà coloro che si lasciano afferrare, ed al Suo ultragrande Amore nessun essere potrà resistere a lungo, perché la sua Forza è grande, e sotto questa Forza d’Amore si scioglierà anche una volta il cuore più duro, e si arrenderà a Lui nella libera volontà e sarà eternamente beato.
Amen
TraduttoreDie Güte und Barmherzigkeit Gottes erfahret ihr alle, denn Seine Liebe ist unendlich und gilt allen Seinen Geschöpfen, die in Not sind, die aber Ihm noch widerstehen und darum eigentlich kein Anrecht hätten auf Seine Liebe.... weshalb die Barmherzigkeit Gottes ihrer Not gedenket. Er kann nicht zürnen, sondern nur lieben, verzeihen und helfen wollen.... Keine Sünde ist so groß, daß Seine Liebe sie nicht vergeben möchte, und nur Seine Gerechtigkeit muß auch eine gewisse Ordnung innehalten, weshalb Gott nicht Seine Geschöpfe beseligen kann, solange sie ihm offen widerstehen.... Aber Er tut alles, um ihren Widerstand zu brechen, um dann in Fülle sich verschenken zu können.... Gott also verdammet nicht, und ob das Sündenmaß noch so voll ist, sondern Er schaut voller Erbarmen herab auf den Sünder und schüttet Gnaden über Gnaden aus über ihn, damit er sich bekehre und freiwillig Ihm zuwende, um nun auch volle Vergebung zu finden bei Ihm. Denn Gott ist Selbst die Liebe, und die Liebe kann nicht zürnen, sondern sie sucht immer nur zu beglücken. Gott ist jeder Seele ein barmherziger Richter, d.h., von Ihm aus wird Vergebung immer zu erwarten sein.... weil Seine Liebe unendlich ist. Nur wenn die Seele selbst sich wehrt, fordert sie die Gerechtigkeit Gottes heraus.... weil dies Gesetz der ewigen Ordnung ist, daß der Widerstand die Liebe Gottes unwirksam macht und auch jedes Barmherzigkeitswerk vergeblich ist. Und so gilt Gottes größte Sorge immer nur der Willenswandlung des Menschen, die es dann zuläßt, daß Seine Barmherzigkeit eingreifen kann, wenn eine Seele gefallen ist und sich allein nicht mehr erheben kann.... Dann erfährt sie die Hilfe, die sie zwar nicht verdient, die sie aber auch nicht zurückweiset.... Dann kann sie aus Gnaden selig werden.... denn die erbarmende Liebe neigt sich dem Unglückseligen zu. Erbarmung kennt aber nur Der, Der um das grenzenlose Elend dessen weiß, das in der Tiefe schmachtet.... Und Erbarmung kann daher auch der Mensch empfinden, der um das Los des Gefallenen weiß, selbst wenn er es nicht empfindungsgemäß ermessen kann. Doch das Wissen um die Unglückseligkeit des Gefallenen kann auch in ihm ein tiefes Erbarmen wachrufen, und so er sich nun in erbarmender Liebe für diese Gott-fernen Seelen sich einsetzet.... so er Gott nun anrufet um Hilfe für jene unglücklichen Seelen, dann kann sein erbarmender Hilferuf in jenen Seelen den Widerstand brechen, weil sie die Liebe des Bittenden spüren und nachgiebig werden.... Denn die erbarmende Liebe wird sehr hoch bewertet von seiten Gottes, ist sie doch ein Zeichen erhöhter Seelenreife, ein Zeichen echter Liebe des Menschen, die niemals ohne Wirkung bleiben kann. Gott erbarmt Sich einer jeden Seele, und es wäre wahrlich alles schon aus der Tiefe erlöst, wenn widerstandslos Seine erbarmende Liebe angenommen würde.... Doch sie bleibt unwirksam, sowie sie Widerstand findet. Also ist jeder Notzustand, jede Unseligkeit nicht von Gott über das Wesen verhängt, sondern aus freiem Willen angestrebt worden, wogegen auch die Barmherzigkeit Gottes nichts anderes unternehmen kann, als immer nur in Liebe auf den Willen des Wesens einzuwirken, daß er sich wandle und der barmherzigen Liebe den Weg frei mache, daß sich das Wesen von der barmherzigen Liebe erfassen und emporziehen lasse. Jedes Erlösungswerk ist ein Werk der Barmherzigkeit, weil es selbstverschuldete Not ist, aus der das Wesen erlöst werden soll.... wo die Gerechtigkeit Strafe verhängen müßte, wenn die Barmherzigkeit nicht zuvor sich äußerte und einen letzten Versuch machte, den Widerstand zu brechen.... Bei Widerstand jedoch richtet auch die Barmherzigkeit nichts aus, und die Gerechtigkeit bedenket nun das Wesen dem Widerstand gemäß.... Gottes Liebe höret nimmer auf, und diese Liebe suchet zu erretten alles Unglückselige, und Sein Erbarmen wird sich zur Erde herniederneigen immer wieder und sammeln, die sich von ihr erfassen lassen, und Seiner übergroßen Liebe wird kein Wesen auf die Dauer widerstehen können, denn ihre Kraft ist groß, und unter dieser Liebekraft wird einmal schmelzen auch das härteste Herz, und es wird sich Ihm ergeben im freien Willen und ewig selig sein....
Amen
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