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La mancanza di auto conoscenza – L’amor proprio - La caparbietà

Bada alle Parole che oggi ti giungono: Gli uomini stessi si preparano la più amara condizione della vita, che si trovano sempre e continuamente nell’auto bisogno e non chiedono supplicando l’Aiuto alla Grazia di Dio, attraverso il Quale verrebbero liberati dalla pressione che li aggrava. Questi uomini vedono sempre la propria situazione come lamentevole e si smarriscono sempre di più in sentimenti d’afflizione e tutto il loro essere è alla fine solo ancora sconfinatamene disperato e questo senza un vero motivo. Per superare sé stessi, è troppo sviluppato il loro amor proprio, e nella sorte di altri uomini vedono piuttosto l’esaudimento della vita, e così un giusto giudizio rimane per questi uomini sempre qualcosa di estraneo. Rifiutano tutti i motivi della ragione e così hanno una vita molto più difficile a causa della propria caparbietà, perché la buona volontà farebbe loro affrontare la vita in modo più facile.

La vita stessa è così istruttiva e fornisce così molteplice stimolo, se soltanto viene utilizzata bene e ci si rifugi in tutta l’oppressione animica nell’agire d’amore. Allora è per così dire creato il pareggio, ed il cuore è lieto. E quando la propria persona viene retrocessa, cade da sé ogni peso dall’uomo. Lo scopo della vita è comunque sempre la maturazione di sé stesso, una rinuncia all’esaudimento di propri desideri ed un sempre continuo servire volenteroso. Più l’uomo si può sottomettere, più libera sarà la condizione del suo spirito, e più spesso si esercita nell’auto superamento, più forte sarà la sua volontà, e questo lavoro su sé stesso procura una nobilitazione di tutto l’essere, allora verrà sempre soltanto rispettato il bene del prossimo, e la condizione penosa, che tormenta l’uomo, è sospesa. E questo lo opera la volontà nell’azione, è molto più facile vincere il mondo che sé stesso.

L’uomo non vuole ammettere di essere l’autore della sua condizione, cerca sempre la causa ovunque eccetto che in sé stesso, e questo è il suo errore. Dove manca l’auto conoscenza, è difficile portare aiuto, perché dove dev’essere posta la leva? Chi vuole esercitare la critica solo sugli altri, ma mai su sé stesso, difficilmente riconoscerà il male di fondo, troverà sempre soltanto sé stesso da compiangere, e non avrà la volontà a creare la fine della sua condizione che lo opprime.

E così c’è solo una cosa di un vero effetto su un tale animo, di fargli notare con tutto l’amore la sua falsa predisposizione verso la vita, che l’uomo deve vincere sé stesso e non farsi vincere da questo, cosa che è comunque ogni volta il caso, quando soffre sotto la pressione del suo umore e non si procura nessuna via d’uscita. Dov’è la volontà, c’è anche l’azione, e solo questa libera l’uomo da ogni male.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Mangel an Selbsterkenntnis.... Eigenliebe.... Starrsinn....

Achte auf die Worte, die dir heut zugehen: Des Lebens bittersten Zustand bereiten sich die Menschen selbst, die in immerwährendem Selbstzerwürfnis stehen und sich nicht die Gnade Gottes hilfeflehend erbitten, durch die sie befreit würden von dem Druck, der sie belastet. Immer sehen diese Menschen ihre eigene Lage so beklagenswert an und verrennen sich immer mehr in trüben Empfindungen und ihr ganzes Sein ist zuletzt nur noch ein grenzenlos verbittertes, und das ohne rechten Anlaß. Sich zu überwinden, dazu ist ihre Eigenliebe zu stark entwickelt, und in dem Los anderer Menschen sehen sie viel eher die Erfüllung des Lebens, und so bleibt eine gerechte Beurteilung immer etwas diesen Menschen Fremdes. Sie lehnen alle Vernunftgründe ab und haben so ein viel schwereres Leben durch eigenen Starrsinn, denn der gute Wille würde sie das Leben viel leichter meistern lassen. Das Leben selbst ist so lehrreich und gibt so vielfachen Anhalt, wenn es nur recht genutzt wird und zum Wirken in Liebe in aller seelischen Bedrückung Zuflucht genommen wird. Es ist dann gleichsam der Ausgleich geschaffen, und das Herz wird froh.... Und so die eigene Person zurückgestellt wird, fällt von selbst alles Schwere vom Menschen ab, und er findet die Erfüllung des Lebens im Wirken für andere. Der Lebenszweck ist doch immer nur das Ausreifen seiner selbst, ein Verzicht auf Erfüllung eigener Wünsche und ein immerwährendes bereitwilliges Dienen. Je mehr sich der Mensch unterstellen kann, desto freier wird sein Geisteszustand werden, und je öfter er sich in der Selbstüberwindung übt, desto stärker wird sein Wille, und es bringt dieses Arbeiten an sich selbst eine Veredlung des ganzen Wesens zustande, immer wird dann nur das Wohl des Mitmenschen berücksichtigt werden, und der peinvolle Zustand, der den Menschen quält, ist behoben.... Und dies bewirket der Wille zur Tat.... es ist um ein bedeutendes leichter, die Welt zu besiegen als sich selbst.... Es will der Mensch nicht zugeben, der Urheber seines Zustandes zu sein, immer sucht er die Ursache überall anderswo als bei sich selbst, und das ist sein Fehler.... Wo Selbsterkenntnis mangelt, ist die Hilfe schwer zu bringen.... denn wo soll dann der Hebel angesetzt werden.... Wer Kritik nur an anderen üben will, niemals aber an sich selbst, der wird schwerlich das Grundübel erkennen, er wird sich selbst immer nur bedauernswert finden und nicht den Willen aufbringen, Beendung seines Zustandes, der ihn doch bedrückt, zu schaffen. Und so ist nur eines von rechter Wirkung auf ein solches Gemüt.... es in aller Liebe aufmerksam zu machen auf seine falsche Einstellung dem Leben gegenüber, das der Mensch selbst meistern soll und nicht von diesem sich meistern lassen, was doch jedesmal der Fall ist, wenn er unter dem Druck seiner Stimmung leidet und sich keinen Ausweg schafft. Wo der Wille ist, ist auch die Tat, und diese erst befreit den Menschen von jeglichem Übel....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde