Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/6457

6457 La miseria che insegna a pregare bene

22 gennaio 1956: Libro 69

Concedo la Mia Protezione ed il Mio Aiuto a tutti voi, se li chiedete a Me. E perciò non può andare perduto nessun uomo che ha tanta fede in sé di poter invocare Me per la Compassione nella più alta miseria. Non lo lascio davvero andare perduto, perché una tale chiamata dimostra che crede in Me. Le parole che pronuncia solo la bocca, non sono ancora nessuna chiamata a Me, perché allora il cuore dell’uomo non ne partecipa ed Io valuto sempre soltanto ciò che sale a Me nello Spirito e nella Verità. Ma è possibile che anche i cosiddetti cristiani formali in tempi di massima miseria mandano una chiamata su a Me provenendo dal cuore, che anche loro abbiano in sé la certezza che esista un Dio, il Quale può aiutarli e poi si rivolgono a Lui. Ed Io non deluderò questa fede. E la preghiera di un unico uomo che quindi viene inviata su a Me nello Spirito e nella Verità, otterrà di più che la preghiera di labbra delle masse che impiegano solo vuote formule e non trovano l’intimo collegamento con Me, la cui fede in Me quindi è morta, senza Forza e Vita.

E voi uomini capiterete in tale miseria, nella quale solo Io posso aiutare, ed allora si dimostrerà chi stabilisce il giusto rapporto con Me, chi si raccomanda a Me di tutto cuore e chiede la Grazia. Solo uno stato totalmente disperato nei credenti di fede debole oppure miscredenti, può procurare questa chiamata di richiesta, se la salvezza non sembra più possibile in nessun modo e l’uomo stesso rinuncia quasi a sé. Allora può pensare a Colui il Quale ha la Potenza ed al Quale nulla è impossibile. Ed allora cadono tutti gli involucri esteriori, allora l’uomo sta povero ed umile dinanzi a Colui, il Quale non voleva riconoscere, ma che non poteva nemmeno rinnegare convinto, ed allora si rivolge a Lui con parole che raccoglie il cuore, anche quando la bocca rimane muta. E costui non si pentirà in eterno. Una volta benedirà questa grande miseria che gli ha portato la Luce della conoscenza, perché ha stabilito coscientemente il collegamento con Me in modo, che Io lo potevo ascoltare e l’ho esaudito.

Un cuore timoroso lascia cadere prima l’involucro rigido, si fa avanti in tutta la debolezza e si offre a Me, il Quale riconosce all’improvviso nella sua grande miseria. Ma in lui deve anche essere una scintillina di fede che era coperta ed ora splende attraverso la grande miseria come minuscola stella di speranza. Chi è miscredente, non trova la via verso di Me nemmeno nella più grande miseria, a meno che la Forza della fede di un prossimo lo possa muovere di dare pure sé stesso ad una Potenza da lui non ancora riconosciuta. Io sò di ogni pensiero e ne tengo conto, e chi si lascia ancora salvare, non lo lascio davvero andare perduto, perché il Mio Amore e Provvidenza valgono per gli uomini di questa Terra, che Mi trovano ancora prima della fine.

Perciò, qualunque cosa possa anche succedere, tutto deve soltanto contribuire che gli uomini Mi riconoscano, che stabiliscano coscientemente il collegamento con Me, perché allora non sono nemmeno perduti per tempi eterni. Voi che siete di spirito risvegliato, dovete osservare gli avvenimenti del tempo in arrivo solamente in modo, che servano alla salvezza dello spirituale caduto, perché succederanno ancora molte cose che vi faranno tremare. E gli uomini saranno inclini a rinnegare un Dio dell’Amore. Ma voi sapete di che cosa si tratta, che Io impiego tutti i mezzi per indurre gli uomini, di mandare a Me una chiamata dal cuore e che perciò devo anche cogliere i mezzi che vi fanno dubitare del Mio Amore, e malgrado ciò è ancora determinante unicamente il Mio Amore, perché vorrei preservare le anime dalla rinnovata relegazione, da una miseria molto peggiore.

Amen

Tradotto da Ingrid Wunderlich