Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/1390

1390 E’ necessaria la conoscenza dello spirituale - Il cosciente lavoro per il perfezionamento

24 aprile 1940: Libro 23

Il corso terreno richiede una certa conoscenza dello spirituale, perché questa sprona il suo tendere, senza che l’uomo venga costretto a nobilitarsi. L’ignoranza di ciò non esclude comunque che l’uomo si sviluppi pure spiritualmente verso l’Alto, soltanto allora l’essere deve avere uno straordinario desiderio per Dio ed attivarsi straordinariamente nell’amore. Ambedue le cose devono sonnecchiare profondamente in lui, cioè l’essenziale in lui deve già rendersi conto della sua origine da Dio e senza alcuna conoscenza dell’essere divino unirsi inconsapevolmente con Dio attraverso il profondissimo amore e quindi non può altro che essere buono. Ma questo premette già un grado di maturità abbastanza alto, che è estremamente raro in un essere terreno. Perciò gli uomini ai quali manca ogni conoscenza dello spirituale, staranno quasi sempre su un gradino basso; considereranno la loro esistenza terrena sempre soltanto come scopo, ma mai come mezzo allo scopo. Solo la conoscenza dello spirituale manifesta la sua opinione, e soltanto ora vive coscientemente sulla Terra, consapevole del suo compito ed anche consapevole delle conseguenze di una vita terrena giusta o sbagliata. Fa una grande differenza fra una vita terrena giusta e sbagliata e questo è l’inizio del tendere verso l’Alto Sovente sono dei pensieri gravosi che possono far vacillare un figlio terreno che tende seriamente, se questi non vengono eliminati da parte spirituale ed all’uomo giunga una chiara risposta. Da un lato l’uomo crede di essere libero dalla colpa, e d’altra parte di nuovo l’opprime la sensazione dell’indegnità, quindi ammette anche una certa colpa. Sia la prima come anche la seconda è ora per lui un ostacolo alla giusta conoscenza, perché chi si sente senza colpa, non utilizza le possibilità che vengono offerte alla sua anima, non si sente bisognoso, quindi non accetta ciò che gli viene offerto. E la sensazione dell’indegnità di nuovo lo rende a volte scoraggiato. Non osa desiderare ciò che gli sta a disposizione in pienezza. E così devono essere dapprima eliminati quei ripensamenti. Il figlio terreno deve bensì riconoscere il suo stato spirituale ancora basso, ma l’agire spirituale, che gli viene presentato attraverso insegnamenti spirituali, gli deve anche togliere lo scoraggiamento, ed ora deve anche avvalersi della Forza spirituale e fare di tutto, per diventare degno di questa Grazia, che per lui è l’agire delle Forze spirituali dell’aldilà. Se apre il suo cuore a quegli insegnamenti, che gli danno il chiarimento sull’agire spirituale, sente anche subito la Forza e l’Aiuto di quegli esseri, l’accetta coscientemente. Ma ad uno che sta nella pienissima ignoranza difficilmente può essere apportata questa Forza, perché lui stesso non si apre, quindi non vuole ricevere. Tutto il Divino dev’essere desiderato, perché l’apporto di questo senza il desiderio giudicherebbe l’essere, e lo guiderebbe ad uno stato spirituale, che non è il risultato della sua libera volontà. Ma per desiderare qualcosa, l’uomo ne deve aver conoscenza e poi è libero di richiederlo oppure di disprezzarlo. Perciò la preoccupazione di tutti gli esseri nell’aldilà è rivolta agli uomini totalmente ignari, per iniziarli in tutto lo spirituale, solo allora possono lavorare coscientemente su di sé e per il proprio perfezionamento.

Amen

Tradotto da Ingrid Wunderlich